22 Marzo 2010, 11:45
2 min di lettura
Precari palermitani, dipendenti comunali e regionali di scuole, ospedali e assessorati, ed ex Pip tutti insieme per manifestare contro la “vergogna di una politica locale morta”. Sì, morta. Dicono proprio così. E per non lasciare spazi a dubbi o fraintendimenti decidono di aprire il corteo che attraversa il cuore di Palermo, via Libertà e via Roma, con la bara contenente le “membra ormai defunte di Comune e Regione”.
“Speriamo in una resurrezione, ma ci pare difficile”. Attaccano il presidente della Regione Lombardo, chiedono le dimissioni del sindaco e “la stabilizzazione dopo 10 anni di precariato”, come ripetono in coro un gruppo di lavoratrici delle scuole palermitane. Bersaglio principale delle proteste, rimane però, il primo cittadino Diego Cammarata bollato senza giri di parole come “indegno di governare una città come Palermo”. “Ci prendono in giro, ci usano come merce di scambio elettorale-spiega un lavoratore sessantenne dirottato dal Comune a pulire le spiaggie della città- destra e sinistra, sono tutti uguali”. Sulle loro sorti sentono gravare, sempre più opprimente, l’incubo della precarietà a vita:”Tra qualche anno saremo costretti ad andare da Biagio Conte per dormire e mangiare, con 620 euro al mese, non sempre pagati con regolarità, non abbiamo nessuna speranza, e la situazione più drammatica riguarda i giovani”, spiega un altro manifestante. Sulle responsabilità di quella che definiscono “una situazione ormai insostenibile, una vera e propria emergenza sociale”, non hanno dubbi:”Regione e Comune si rimpallano le responsabilità di continuo e non fanno altro che prendere tempo”. “Ci hanno promesso un aumento dello stipendio da 620 euro a 800, ma anche se questo dovesse avvenire, non avremmo ugualmente nessuna tutela e nessuna possibilità di mettere da parte qualcosa per le nostre pensioni”. Si autodefiniscono “lavoratori abusivi” considerato che “le nostre buste paga e le nostre certificazioni dei redditi di lavoro dipendente (CUD) sono fasulle”. Praticamente dei lavoratori in nero. “Lo scandalo vero è che la Regione trasferisce al Comune centinaia di milioni di euro per i nostri contratti e la nostra stabilizzazione, invece la situazione è sempre la stessa” denuncia un altro manifestante, ex detenuto ora addetto al controllo di uno dei sottopassi di viale Regione Siciliana. In testa al corteo, microfano alla mano, anche Mimmo Russo, consigliere comunale di Palermo, espulso dal gruppo del Mpa- come spiegano gli stessi manifestanti- proprio per il suo sostegno alla protesta. “E’ l’unico politico che ci sta dando un minimo di sostegno, anche se pure lui, come tutti, ha le sue responsabilità”. L’interrogativo che aleggia sul corteo è uno e uno solo :”Chissà cosa accadrà quando ci saranno nuovamente le elezioni, avranno il coraggio di chiedere ancora una volta i nostri voti?”, si chiedono i precari palermitani. La risposta a queste domande è ancora un mistero, per il momento una cosa è certa:” Non andiamo a lavorare già da 15 giorni e andremo avanti nella nostra protesta-affermano con tono minaccioso alcuni dei manifestanti- fino a quando non si giungerà ad una soluzione, quantomento dignitosa per noi e i nostri figli”.
Pubblicato il
22 Marzo 2010, 11:45