23 Maggio 2014, 05:57
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CATANIA – ‘Partecipazione’ è la parola chiave del progetto ideato dal senatore accademico etneo Giuseppe Musumeci e che vede ancora una volta accendere l’attenzione sulla strage di Capaci. Era il 1992 quando il giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, venivano uccisi dalla mafia sull’autostrada A29.
Una triste ricorrenza quella del 23 maggio che ogni anno, indelebile, viene ricordata. Ma perché partecipazione? “Abbiamo realizzato un cortometraggio, coinvolgendo tanti studenti dell’Università di Catania circa 50, – spiega Musumeci – il numero delle persone coinvolte nell’iniziativa sale a 80 circa considerando le varie associazioni che ci hanno dato sostegno, come la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, si tratta di un progetto pilota inedito”.
Un racconto che nasce dal dolore che si fa memoria, stimolando la riflessione. Questo il principale obiettivo dell’iniziativa che se da una parte è stato un momento formativo per i giovani, dall’altro ha sfruttato gli attimi di divertimento nonché di ripresa e montaggio affinché questi diventassero mezzi attraverso i quali far emergere i valori della legalità, della lotta alle mafie che il giudice Falcone invocava di far camminare sulle gambe di altri uomini.
Protagonisti gli studenti, ma non soltanto. “L’Università di Catania ha visto la realizzazione di un cortometraggio incentrato sulla frase ormai celebre del magistrato siciliano Falcone “Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”, nel video realizzato le gambe saranno appunto quelle degli studenti”.
Il rettore Giacomo Pignataro e il sindaco Enzo Bianco “attori” per un giorno. “Alla realizzazione del video oltre che gli studenti hanno partecipato molte persone “comuni”, ma anche cariche istituzionali cittadine, rispecchiando così il mondo in cui bisogna assumersi l’eredità morale di combattere il fenomeno mafioso. Un grazie particolare ai tecnici Andrea Materia, Salvo Gravina, Nunzio Mirenda”.
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23 Maggio 2014, 05:57