20 Febbraio 2011, 18:03
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Pina Maisano Grassi è una donna che merita rispetto, per la strada che ha percorso. Questo non la rende inattaccabile sul piano dialogico, ma almeno si usi, nei suoi confronti, la critica seria e ragionata, non l’invettiva. La signora Grassi ha più volte – all’inizio proprio su Livesicilia – esternato il proprio gradimento per il governo Lombardo. L’argomento è noto, ormai: è un’ottima giunta, piena di persone oneste.
Ci sono due aspetti del discorso. C’è una osservazione che può essere condivisa con la signora Grassi, in quanto tale. Come singola intelligenza individuale che ha il diritto di esprimere il parere che vuole, esattamente come vuole. La concatenazione logica sull’ottima giunta non ci convince del tutto. Sicuramente, c’è un altissimo tasso di assessori perbene ed è già un guadagno in Sicilia. Basta? Forse no. Altrimenti ogni carta di identità varrebbe a prescindere. Invece, nella valutazione dell’esperienza, non occorre solo il nome. Si chiede conto pure delle azioni. Fatto salvo l’impegno commendovole di ognuno, a noi pare che il governo riformista sia rimasto impantanato in una rete di contraddizioni. I contrasti intergovernativi non mancano e nemmeno le frizioni col presidente (il caso Venturi e Fiat, per esempio). L’elenco dell’agenda mirabile si ferma sempre al capitolo uno, alla riforma sanitaria dell’assessore Russo, su cui – sappiamo – non c’è unanimità di giudizio. Nel frattempo, la maggioranza scricchiola ed è impantanata in un inverno sovietico di cui non si scorge il termine. La circostanza che ci siano stati governi ribaldi e probabilmente meno attivi della giunta Lombardo è buona moneta, fino a un certo punto. Il libro dei sogni, la grande rivoluzione siciliana promessa dal governatore, poggia ancora su fremiti malcerti.
Infine, c’è una domanda che sottintende un altro tipo di risposta alla questione, considerando quello che Pina Maisano Grassi pubblicamente è, la custode della lezione morale di Libero Grassi, suo marito. Un compito di cui lei, più di ogni altro, porta la responsabilità. Non vogliamo certo trascinare un imprenditore coraggioso, ucciso per il suo valore, nel dibattito politico, mettendogli in bocca parole che nessuno ha più il diritto di presumere. Tuttavia, la vita di quell’uomo è un libro aperto e luminoso. E’ la trama di una storia trascorsa alla ricerca del merito come unico metro di paragone, senza compromessi, senza mezze misure. E’ il senso di marcia della sola redenzione possibile per la nostra terra.
Vorremmo che Pina Maisano Grassi rispondesse perciò con schiettezza: l’attuale sistema di potere che regge la Sicilia – nelle sue fattezze visibili e nelle sue ombre presumibili – discende dall’esempio di Libero?
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20 Febbraio 2011, 18:03