01 Dicembre 2011, 09:32
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Agenti della squadra mobile di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 presunti appartenenti alla cosca Bonaccorsi, nota come ‘Carateddu’, del clan Cappello, nell’ambito di indagini che hanno fatto luce su nove omicidi commessi tra il giugno del 2001 ed il marzo del 2010.
GLI OMICIDI CONTESTATI
Nove gli omicidi contestati: l’uccisione dell’imprenditore agricolo Mario D’Angelo, estraneo a contesti malavitosi, commesso a Catania in contrada Fiumazzo il 10 giugno del 2001, nella sua azienda agricola che sarebbe assassinato per contrasti di vicinato con il gestore di un’azienda agricola parente di Domenico Privitera; l’omicidio di Matteo Gianguzzo, commesso con il metodo della lupara bianca il 18 luglio del 2001: la vittima sarebbe stata sequestrata per avere informazioni sull’eliminazione di Massimiliano Bonaccorsi, avvenuta nel gennaio del 1997, che ritenevano opera del clan Mazzei. Il cadavere sarebbe stato bruciato.
E ancora l’omicidio di Luca Mario Grillo, commesso a Catania in via Genovesi, il 30 ottobre 2001, contestato, perché ritenuto vicino al clan Mazzei e coinvolto nell’omicidio di un affiliato al clan Cappello, Giuseppe Ranno, avvenuto il 24 ottobre dello stesso anno; l’omicidio di Salvatore Gueli, commesso a Catania in via Gismondo la sera del 02 dicembre 2007, perché ritenuto vicinao a un boss del clan Cappello, Angelo Cacisi, che aveva una relazione extraconiugale con una cugina del boss Sebastiano Lo Giudice, noto come ‘Ianu Carateddu’ , che si era separata dal marito, gettando ‘disonore’ sulla famiglia; l’omicidio Sebastiano Fichera, commesso in via Cairoli a Catania il pomeriggio del 26 agosto 2008. Il delitto sarebbe stato un’operazione di ‘puliza interna’ al clan Tigna. L’omicidio di Giacomo Spalletta, elemento di spicco del clan Sciuto-Tigna, commesso in via Santa Maria della Catena a Catania la mattina del 14 novembre 2008, come ritorsione per l’omicidio di Sebastiano Fichera. L’omicidio di Orazio Daniele Milazzo, avvenuto in via Palermo a Catania all’alba del 17 marzo 2009, per la sua relazione con la vedova dello zio di Massimiliano Bonaccorsi; l’omicidio del boss del clan Ercolano-Santapaola, Raimondo Maugeri, commesso in via Gelso Bianco a Catania la mattina del 03 luglio 2009. Il delitto avrebbe segnato l’inizio del tentativo di destabilizzazione di Cosa Nostra catanese, progettato da una frangia del clan dei Cursoti con la ‘famiglia’ Lo Piccolo di Palermo. L’omicidio di Salvatore Tucci, commesso in via Feliciotto a Catania il 06 marzo 10, come epurazione interna al clan, motivata dalla convinzione che la vittima fosse un confidente delle forze dell’ordine.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Nell’ambito dell’operazione denominata “Revenge III” sono stati arrestati Giovanni Musumeci, di 39 anni e Paolo Ferarra, di 37. Lo stesso provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere a 15 persone già detenute: Sebastiano Lo Giudice, di 34 ed Orazio Privitera, di 49, entrambi detenuti al 41 bis, Vito Acquavite, di 33 anni, Antonio Aurichella, di 31, Antonio Bonaccorsi, di 43, Agatino Di Mauro, di 52, Alessandro Guerrera, di 43, Orazio Musumeci e Giuseppe Platania, entrambi di 29 anni, e Domenico Privitera, di 39, Girolamo Gino Ragonese, di 33 anni, Alfio Sanfilippo, di 45, Biagio Sciuto, di 63, Nicolò Roberto Natale Squillaci, di 41, presunto esponente della famiglia malavitosa dei ‘Martiddina’, redicata nella zona di Belpasso, e Antonino Stuppia, di 26. I destinatari del provvedimento sono in massima parte esponenti della frangia del clan cappello riferibile alla famiglia Bonaccorsi, noti come i ‘Carateddi’.(Ansa)
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01 Dicembre 2011, 09:32