CATANIA – Sono ritenuti coinvolti negli affari mafiosi di famiglia, successori in linea diretta del padre defunto. La Dda di Catania ha chiesto 18 e 20 anni, rispettivamente, per Dario e Francesco Ieni, figli di Giacomo Ieni, che fu un esponente storico del gruppo dei Pillera Puntina, uno dei più agguerriti del clan Santapaola.
I Pm Assunta Musella e Fabio Platania, che hanno coordinato l’inchiesta assieme al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, hanno concluso così la loro requisitoria al processo “Doppio Petto”, dal titolo dell’inchiesta che ha mandato a gambe all’aria un pericoloso gruppo mafioso.
Un ponte tra le varie organizzazioni
Dario Ieni avrebbe mantenuto i contatti, per conto del gruppo, anche con i clan Cappello-Bonaccorsi, Strano e Cursoti Milanesi. Chiesti 8 anni di carcere anche per un altro imputato, ovvero Carmelo Bonfiglio, che nell’inchiesta è accusato a piede libero di associazione mafiosa.
Secondo la Procura distrettuale, gli indagati proseguirebbero “le attività illecite storicamente riferibili al clan, avvalendosi da quell’autorevolezza che può derivare loro solo dall’effettiva presenza ed operatività del sodalizio mafioso”.
Il ruolo di Dario Ieni
Secondo i pm, “posizione di assoluto spicco rivestiva leni Dario unitamente a Bonfiglio Carmelo”. Il primo, secondo gli inquirenti, “nonostante la giovane età ed una limitata libertà di movimento (in quanto sottoposto al regime degli arresti domiciliari), ricopriva un ruolo nevralgico all’interno della consorteria”.
E sarebbe stato “raggiunto nella sua abitazione non soltanto dai suoi sodali ma anche dai soggetti che rivestivano posizioni apicali in altri gruppi mafiosi, che molto verosimilmente interloquivano con lo leni per discutere di affari o della pianificazione delle attività dei rispettivi gruppi di appartenenza”.
L’intercettazione del padre
Nel corso dell’inchiesta, è stato intercettato anche il boss padre: Giacomo Ieni, liberato nel settembre del 2021, non aveva ovviamente intenzione di farsi beccare ancora. E ai figli lo diceva chiaramente: “Così duriamo tre giorni”.
“Io non vado neanche da Dario (Dario Ieni, suo figlio) ora mi metto io a fare un colpo là, un colpo qua. Ci sono voluti trent’anni anni per incastrarmi… ci sono voluti trent’anni per incastrarmi e già sono sopra una bomba e non lo sanno…”. Profetico, il boss: quella conversazione era regolarmente captata.