10 Dicembre 2016, 16:03
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COSENZA – Zero punti e tanta rabbia. Un rigore di Statella all’85’ condanna il Messina alla terza sconfitta consecutiva, ma questa volta la squadra peloritana ha davvero molto su cui recriminare. Un ko immeritato per i giallorossi, che per lunghi tratti hanno tenuto testa ad un Cosenza che dunque si porta a casa tre punti grazie ad un penalty che certamente aumenterà la rabbia in casa siciliana, già alta per via dei presunti torti subiti contro Melfi e Lecce. Nonostante il momento negativo, Lucarelli non cambia modulo confermando l’ormai consueto 4-3-3. A destra c’è Palumbo con De Vito a sinistra, mentre al centro confermata la coppia Rea-Bruno. A centrocampo Musacci agisce da regista, mentre il neoarrivato Nardini viene subito gettato nella mischia insieme a Floresta. In acanti, Ferri vince il ballottaggio con Madonia e insieme a Milinkovic è chiamato ad innescare Pozzebon.
Il Cosenza prova subito a mettere i giallorossi all’angolo, ma l’unica occasione che la squadra di Roselli riesce a creare arriva all’8’, quando dopo un corner Tedeschi alza una palombella di testa che per poco non sorprende Berardi, costretto a rifuggiarsi in angolo con l’aiuto dle palo. I silani attaccano ma non riescono a creare occasioni degne di note, rifugiandosi spesso in conclusioni dalla lunga distanza che non sortiscono alcun effetto o in imbucate centrali che però si rivelano imprecise. Dopo il primo quarto d’ora dedicato allo studio dell’avversario, il Messina esce allo scoperto e prova a sfruttare al meglio gli spazi concessi dai padroni di casa. Musacci qualche volta ha delle idee valide che troppo spesso vengono comprese con un attimo di ritardo dai suoi compagni. Per i giallorossi è determinante l’apporto dato da Milinkovic e Ferri, che con la loro velocità sono chiamati a mettere in difficoltà la retroguardia rossoblù. Proprio il giocatore di origini serbe, al minuto 24’, crea la più ghiotta palla gol del match, andando via di forza sulla destra e servendo centralmente l’accorrente Floresta, Blondett in scivolata il pallone così il sinistro del giocatore della Primavera del Crotone termina altissimo vanificando un vero e proprio rigore in movimento.
Il pericolo corso scuote leggermente il Cosenza che inizia a pressare alto un Messina che ha molta più difficoltà ad uscire palla al piede, anche se Berardi non è mai chiamato a compiere interventi decisivi. Termina così un primo tempo giocato bene dalle due squadre, anche se le occasioni si possono contare sulle dita di una mano. Il Messina ha retto bene sotto il profilo difensivo rischiando poco o nulla, cercando di pungere in velocità anche se negli ultimi sedici metri è spesso mancato quel pizzico di cattiveria in più. La ripresa inizia con il Cosenza subito pericolo con Baclet, che al 47’ calcia dal limite senza riuscire ad inquadrare la porta. Rispetto al primo tempo però il Messina non si fa chiudere, ma al 54’ sono ancora i padroni a farsi vedere dalle parti di Berardi con Caccetta, che raccoglie una respinta della retroguardia siciliana calciando dai 25 metri, ma l’estremo giallorosso blocca a terra senza troppi patemi. Il Messina si rende pericoloso al 59’ con un bolide dal limite che sfiora l’incrocio alla sinistra di Perina. Il Cosenza non punge e i siciliani ci credono, con Pozzebon che va di nuovo a un passo dal vantaggio al minuto 73’, che aggancia in modo eccellente un bel pallone al limite e mandando d’un soffio la palla sopra la traversa. I silani sembrano sulle gambe, così il Messina non si accontenta del pari e spinge alla ricerca del colpaccio. Al 77’ Milinkovic semina il panico entrando in area dalla sinistra e calciando sul primo palo, ma Perina respinge con i piedi. La sfortuna però adesso si abbatte sul Messina, che si complica terribilmente la vita all’85’ quando sugli sviluppi di un calcio di punizione per il Cosenza sulla trequarti, Palumbo allontana di testa in favore di Pozzebon che appena dentro l’area non controlla bene un pallone, ne approfitta Statella che lo porta via e cade a terra per via del tocco dell’attaccante peloritano: calcio di rigore in mezzo all’incredulità dei giocatori siciliani, perché il tocco ai danni del numero 11 silano sembra esserci anche perché è lo stesso Statella a cercare il contatto. Un’ingenuità pagata a caro prezzo, perché proprio dagli undici metri calcia nell’angolo basso alla destra di Berardi che intuisce ma non può nulla.
Cosenza-Messina in pratica finisce qui, perché i giocatori di Roselli riescono ad addormentare la gara, con l’unico sussulto creato dai siciliani al minuto 93’, quando Madonia dal fondo riesce a mettere un traversone basso con la palla che sfila senza che ci sia nessun compagno che calci di prima intenzione. Epilogo amaro per un Messina che vede complicare ulteriormente la propria classifica, ma questa le recriminazioni sono tutte all’indirizzo dell’episodio che ha deciso la gara. Al “San Vito-Marulla”, la squadra di Lucarelli ha tenuto bene il campo, rispondendo colpo su colpo ad un Cosenza non in giornata di grazia e dando pure l’impressione di poter sperare nel colpo grosso. Così però non è stato, il tecnico livornese torna in sicilia con una buona prestazione, ma con la rabbia di chi si sente perseguitato dagli episodi sfavorevoli.
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10 Dicembre 2016, 16:03