News Italia e Mondo

Così Morisi è finito nei guai, il racconto di due giovani aggrava la sua posizione

di

28 Settembre 2021, 10:07

2 min di lettura

Da quando i carabinieri sono entrati nella cascina di Luca Morisi e hanno trovato 2 grammi di coca è trascorso un mese e mezzo. Solamente una settimana fa, però, il responsabile della comunicazione social del leader della Lega Matteo Salvini ha reso nota la scelta di abbandonare l’incarico.

Il 14 agosto i carabinieri entrano a palazzo Moneta nell’appartamento al primo piano della barchessa di una villa veneta, a Belfiore, paese nell’Est Veronese. L’appartamento è quello di Luca Morisi. I vicini raccontano di “una retata”. In realtà quel pomeriggio di piena estate i militari effettuano un controllo nell’abitazione per poi andare via con tre uomini: 2 giovani e un adulto di circa 50 anni. Nel verbale di sequestro annotano di aver trovato cocaina. Per Morisi scatta la segnalazione al prefetto per uso personale, ma poi sono arrivate le dichiarazioni dei due giovani ad aggravare la sua posizione facendo ipotizzare la cessione di stupefacenti.

Articoli Correlati

I due giovani erano stati fermati in auto poco dopo aver lasciato la casa di Morisi. La versione ufficiale parla di un controllo casuale, ma in realtà l’incrocio delle testimonianze sembra avvalorare l’ipotesi che fossero arrivati due giorni prima e questo alimenta il sospetto che in realtà il controllo fosse mirato. E che i militari li abbiano fermati perché convinti che nell’auto avrebbero trovato droga, come poi effettivamente accade. Si tratta di una quantità non elevata, loro, comunque, raccontano subito che è stato Morisi a cederla. Ecco perché si decide di effettuare la perquisizione. Quando arrivano nell’abitazione i carabinieri trovano il cinquantenne, così anche lui finisce nell’elenco delle posizioni da verificare.

Il primo settembre Morisi, che intanto ha deciso di nominare come difensore l’avvocato Fabio Pinelli, comunica a Salvini che lascerà l’incarico di responsabile della comunicazione social. Ufficialmente parla di questioni personali, in realtà sembra che abbia confidato che cosa era davvero accaduto. Nel verbale di sequestro non risulta che siano finiti sotto sequestro i telefoni e i computer di Morisi, ma quando viene contestata la cessione di stupefacenti vengono disposti controlli sui tabulati per verificare se il giro dei clienti possa essere più ampio.

Pubblicato il

28 Settembre 2021, 10:07

Condividi sui social