Cosmi e la scelta di rimanere: | “Trapani miracolo di normalità”

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19 Giugno 2016, 15:27

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TRAPANI – Serse Cosmi e la scelta di rimanere a Trapani. Presa in considerazione, ponderata e infine adottata perché non poteva essere altrimenti. Perché nella città delle cinque torri il tecnico perugino ha trovato la propria dimensione, ha scoperto aspetti del calcio inediti e altri che si erano oramai smarriti. Secondo l’uomo del miracolo sfiorato, alle pendici del monte Erice esiste un paradiso le cui porte d’ingresso sono tinte di granata: “La normalità nel calcio è un fattore quasi inesistente, smarrito. Se riesci a trovarla devi tenertela stretta. Ho avuto la fortuna di conoscere un presidente straordinario (Morace, ndr) capace di guardare prima all’uomo e poi all’allenatore. Il direttore sportivo Faggiano è una persone che si rapporta in modo semplice e immediato, i calciatori recitano il loro ruolo in maniera assolutamente professionale – spiega l’allenatore a TMW Radio –. E poi c’è Trapani: una città meravigliosa, piena di persone vere. Nel calcio individuano un’espressione della loro vita e io ho trovato quel che ogni allenatore vorrebbe”.

Un rapporto che si è via via andato a costruire e rafforzare, quello con la città. La tante persone con cui Cosmi entra a contatto quotidianamente e che il sabato si trasformano nel dodicesimo uomo in campo. Tifosi consci dell’eccezionalità di un campionato forse irripetibile: “A volte ha lo stereotipo del sud, del campo difficile. Invece al ‘Provinciale’ non ci sono barriere e l’ospitalità è straordinaria. I nostri sostenitori hanno avuto l’intelligenza di comprendere sin da subito la singolarità del torneo appena terminato. Abbiamo alzato l’asticella – prosegue Cosmi – dimostrando di poter arrivare a un gol dalla Serie A pur partendo col ventunesimo budget della cadetteria. Per quanto riguarda la prossima stagione, l’obiettivo da cui ripartire sarà la salvezza. Magari c’è chi potrà sognare qualcosa di diverso, tuttavia è logico e necessario riconoscere le potenzialità del club e della squadra che si riuscirà a costruire. Cominciamo con la permanenza, dopodiché prenderemo quel che verrà in più”.

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Sono passati dieci giorni dalla finale di ritorno col Pescara, le immagini e ricordi continuano ad affastellarsi nella mente di un Cosmi che coglie l’occasione per rendere omaggio al gesto di Oddo al termine della gara: “Massimo è stato un mio giocatore a Lecce, il rapporto esisteva già da prima. Ha fatto qualcosa che non ti aspetteresti da un allenatore giovane perché magari all’inizio della tua carriera vivi certe dinamiche in modo diverso. La sua prima preoccupazione è stata quella di venirmi incontro e consolarmi. Un gesto di una semplicità unica”. Pochi minuti prima, l’applauso di un “Provinciale” commosso e grato per il sogno vissuto: “È stato bello vedere il pubblico che nella parte finale della partita, capendo che non ce l’avremmo fatta, si è alzato in piedi per applaudire la squadra – ammette il tecnico granata –. Era ovvio vi fosse uno scarico a livello emotivo. Solitamente preferisco ridere, tuttavia le lacrime sono arrivate spontaneamente per qualcosa che andava a chiudersi e per il dispiacere di non potere regalare alla nostra gente un sogno inseguito a lungo”.

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19 Giugno 2016, 15:27

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