10 Giugno 2016, 00:06
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TRAPANI – C’ha creduto fino alla fine, anzi, c’ha creduto “persino sul tiro di Ciaramitaro”. Anche Serse Cosmi, però, si è dovuto piegare in lacrime dinanzi alla realtà. Il Trapani non ce l’ha fatta, in Serie A ci va il Pescara al termine di una partita in cui i granata avrebbero meritato maggior sorte, perché disposti in campo alla perfezione: “Era la situazione che avremmo sperato per mettere pressione sul Pescara, però un paio di situazioni mi hanno spaventato. Abbiamo lasciato spazio a dei giocatori micidiali come Lapadula, Caprari e Pasquato. Avevamo fatto gol, ma non avevamo la lucidità per gestire il vantaggio. La partita era tutta da leggere e col passare dei minuti poteva aumentare l’ansia, ma per entrambe. Il pareggio è arrivato in un momento dove stavamo razionalizzando di più, per costringere il Pescara a fare qualche errore”.
Da lì, il crollo. L’espulsione di Scognamiglio, l’assalto senza criterio nella speranza di una rete che avrebbe potuto riaprire il discorso promozione: “In caso di gol sarebbe potuto succedere di tutto. In due partite però abbiamo giocato novanta minuti in inferiorità numerica, questo oggettivamente non rende normali le nostre partite. Bruno (Petkovic, ndr) ha giocato dopo la mattanza di Bari con un menisco rotto, lo stesso Citro prima di Pescara non riusciva nemmeno a scattare. Oggi, poi, Scozzarella sarebbe stato l’ideale. Nizzetto ha sprecato tante energie”. Non una polemica, comunque, anche se una battuta sugli arbitri Cosmi vuole concedersela lo stesso: “Dopo la partita col Cagliari si parlò solo dell’arbitro e non della nostra prestazione, un errore che mi è costato soldi. Anche oggi non voglio parlare degli arbitri, perché toglierei meriti alla squadra. Per fare una battuta posso dire che in Serie A, oltre al Pescara, ci sono andati anche Maresca e Pairetto. Tutti felici tranne noi”.
Eppure Trapani, pur non essendo felice, può andare orgogliosa di quanto fatto. Esattamente come è orgoglioso Cosmi: “Questa città ha una qualità speciale, ovvero il senso di appartenenza. Una qualità enorme, dal valore imprescindibile. La squadra appartiene alla gente e lo si avverte. Per persone sensibili come me è stato un incentivo continuo, sin dal mio arrivo. I trapanesi sono stati determinanti, tutti insieme siamo andati a sfiorare un qualcosa che nel ritiro di Spiazzo sembrava essere follia solo a parlarne. Eppure siamo arrivati a mezz’ora dalla Serie A e questo deve rimanere dentro. Il mio rammarico non è non far conoscere la Serie A a Trapani, ma non far conoscere Trapani alla Serie A. Magari così non arrivano le società col proprio cuoco”. Un chiaro riferimento alle accuse preventive lanciate da Pescara: “Io ho conosciuto fin troppo bene la cucina trapanese – prosegue Cosmi – e vi assicuro che si mangia roba fresca…”.
Chissà se la cucina trapanese stuzzicherà il palato del mister ancora per un altro anno: “Sto qui fino al quindici giugno, con calma”, taglia corto Cosmi, che però vuole ricordare a tutta Trapani quali sono i punti cardine di questo miracolo sportivo: “Le fondamenta di una società sono la società stessa. C’è una persona straordinaria, con sua moglie e con suo figlio, che adorano questa città. Le possibilità economiche sono quelle di una società che non vuole andare oltre, perché altrimenti stonerebbe”. In attesa di capire se quel contratto in scadenza il 30 giugno vedrà un prolungamento, Trapani ha da tenersi stretto il comandante Morace e chi sta continuando ad alimentare questo sogno: “Si parte da lì – conclude il tecnico – finché c’è il comandante, Trapani può sentirsi garantita”.
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10 Giugno 2016, 00:06