27 Maggio 2016, 14:28
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TRAPANI – “Senza la mia paura mi fido poco”. Andar per citazioni, nel caso di Serse Cosmi, può essere la cosa più semplice. La collezione di dischi del mister granata tira fuori una perla di De André per la vigilia di un sogno, quel sogno che tutta Trapani non osava aspettarsi. Domani si scende in campo al “Picco” di La Spezia per la prima, storica, gara di playoff di Serie B. Un traguardo che ha fatto impazzire di gioia l’intera città, capace di sprigionare un entusiasmo tale da colpire anche un allenatore esperto come Cosmi: “Se riusciamo a incanalare la voglia che si respira in città, questa euforia, allora non servirà la scossa dell’allenatore”. Quel che servirà sarà la massima concentrazione. Perché lo Spezia, a dispetto della classifica, è da considerare una big di questo campionato: “Sono d’accordo con Di Carlo quando dice che giocando a certi livelli è difficile batterli – prosegue Cosmi – se giocano al top sono meno vulnerabili di altre squadre. Hanno solidità e fisicità, ma anche giocatori rapidi”.
Eppure, guardando rapidamente il calendario della stagione, i due incontri tra Spezia e Trapani hanno avuto un solo colore dominante: il granata. Poco importa, però, perché i cinque gol rifilati dal Trapani in regular season al “Provinciale” non sono certo di più di quanti ne abbia fatti il Cesena nello scontro in campionato contro i liguri. Poi, però, è stata la squadra di Di Carlo a guadagnarsi l’accesso alle semifinali: “Le due partite del campionato contano zero. Il Bari aveva vinto a Novara, lo Spezia aveva perso immeritatamente a Cesena, poi i playoff si sono dimostrati un’appendice a parte”. E guai a fare lo stesso errore del Bari, ovvero quello di accontentarsi del pareggio: “Noi non siamo garantiti con nessun risultato, qui si gioca nell’arco dei 180 minuti. Nessun dei tre risultati, oggi, garantirebbe il passaggio del turno. Né a noi, né a loro. Per questo ce la giocheremo, così come farà lo Spezia. Non è ancora uno scontro da dentro o fuori”.
C’è calma, dunque, per questa prima sfida di semifinale, oltre alla consapevolezza di poter chiudere un cerchio. Il Trapani, così come lo Spezia, ha tra le mani la chance di cambiare non solo la storia, ma anche la geografia del calcio italiano: “A differenza di altre società, che vivono i playoff con la consapevolezza di raggiungere un risultato sportivo, noi abbiamo la consapevolezza di poter entrare nella storia del calcio italiano. Stiamo andando oltre. Ci si sente stimolati, non troppo responsabilizzati”. Chi vede i granata come favoriti in virtù del terzo posto, però, sbaglia analisi. Perché la regular season, come si vede anche in realtà di ben altra caratura, è ormai acqua passata: “Guardate pure l’NBA, c’è una squadra che ha stradominato (i Golden State Warriors, ndr) e che rischia di essere eliminata”.
Inutile fare calcoli sul passato o su quel che ha fatto vedere lo Spezia contro il Cesena. I novanta minuti in più sulle gambe, così come la stanchezza per la trasferta in Romagna, hanno un peso relativo in situazioni del genere: “Quando si ottengono grandi risultati non si pensa ai problemi. L’avere novanta minuti in più sulle gambe non conterà nulla, pensate al Novara che ha fatto pure i supplementari”. Inoltre sulla panchina dei liguri siede un altro lupo di mare della categoria, quel Mimmo Di Carlo che ha deciso di ripartire dalla serie cadetta esattamente come fatto da Cosmi: “Vedo che in Serie A vengono proposti allenatori che fanno l’Eccellenza – ironizza il tecnico granata – mentre noi due, non a caso, siamo gli allenatori di Serie B con più partite in massima serie”. Da parte di Cosmi, d’altronde, la stima nei confronti di Di Carlo e della sua squadra non è mai mancata: “La squadra che ci ha messo più in difficoltà nella nostra striscia di imbattibilità – ricorda l’allenatore del Trapani – è stata proprio lo Spezia. Per mezz’ora ci furono superiori sul piano del gioco”.
Una partita ancora fresca nella mente dei tifosi granata, una di quelle sfide che fecero capire a tutta l’Italia cosa stesse per costruire quel Trapani. Un’impresa nata già in estate, quando Cosmi chiese alla sua squadra di dare qualcosa in più per realizzare un sogno: “Col gruppo che è rimasto avevo fatto un patto: non dovevamo fare una stagione anonima. Sì, la salvezza come obiettivo primario, ma anche alzare l’asticella per stimolare qualcosa. L’ho alzata parecchio quell’asticella e non sono ancora felice”. Per essere davvero felice bisognerà giocare altre tre partite, oltre a quella del “Picco”. Farlo con l’intera rosa al massimo della forma, però, sembra impossibile: “Citro va gestito, la sua pubalgia è un problema cronico. Petkovic è già un miracolo che sia sopravvissuto a Bari, nessuno ha detto nulla sua quanti calci abbia preso. Poi è uno che non cade mai. Ci sono giocatori che saltano al primo contatto, lui invece si fida della sua struttura fisica e le botte le prende tutte”. Eppure a Bari s’è notato più per i gol che per i calci. Vedremo se a La Spezia riuscirà a fare il bis.
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27 Maggio 2016, 14:28