07 Marzo 2012, 19:51
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“Il Pdl? Se decide di condividere il mio programma, è ben accetto”. Lo ha dichiarato a Live Sicilia Massimo Costa, negli stessi minuti in cui il segretario degli azzurri Angelino Alfano sta incontrando Francesco Cascio per decidere l’ufficializzazione della candidatura di quest’ultimo.
Ma ecco il “colpo di scena”. Costa apre al Pdl. Lo fa in maniera chiara: “Io, così come Casini, Fini e Miccichè, credo nella ricomposizione dell’area dei moderati. L’importante è che, chiunque voglia prendere parte a questo mio progetto, metta davanti gli interessi generali a quelli particolari”. Insomma, l’ostacolo non c’è più. “Le vecchie divisioni partitiche – aggiunge Costa – oggi non hanno più senso. Palermo ha bisogno di essere pacificata. E chi vuole lavorare sulle tante ‘cose da fare’ per questa città è ben accetto. Anche il Pdl”.
E le parole di Massimo Costa, del resto, confermano quanto già sostenuto da Gianfranco Micciché pochi minuti prima. Il leader di Grande Sud, infatti, aveva detto a Italpress (dichiarazioni riprese poi sul sito ufficiale del partito): “Spero che il Pdl non acceleri decisioni che potrebbero contrastare la creazione di quell’area dei moderati che rappresenta invece l’obiettivo mio e di Alfano. La candidatura di Costa – continua Miccichè – non può che essere aperta all’intera area dei moderati. Ragionare ad excludendum non fa parte della cultura dei moderati”.
Ed ecco che il richiamo all’”inclusione”, insomma, tante volte ribadito dal candidato Costa e da forze vicine a lui come l’Udc e Grande Sud, ha un nome preciso: il Pdl. Lo stesso partito, per intenderci, nei confronti del quale l’Mpa di Lombardo, così come Futuro e libertà si sono dichiarati “incompatibili”.
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07 Marzo 2012, 19:51