Costa: “Lo sport in Sicilia, |dimenticato dalle istituzioni”

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05 Ottobre 2010, 15:25

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“Non siamo contro la costruzione del nuovo stadio, ma ci auguriamo che il Velodromo venga sostituito da una struttura equivalente”. Il presidente del Coni Sicilia non ama girare attorno alle questioni, e dal palco della seconda giornata del “Festival della legalità” non perde l’occasione per denunciare la condizione degli impianti sportivi in Sicilia. E un riferimento va al progetto di nuovo stadio lanciato dal presidente del Palermo Calcio Zamparini, che dovrebbe andare a sostituire il Velodromo: “Noi vorremmo che gli impianti si sommassero, non sostituissero. Il Velodromo è uno spazio dove si può ancora praticare il rugby e il ciclismo. In una città dove lo stato degli impianti è terribile. Siamo i peggiori in Europa”.

Il motivo di questo triste primato, secondo Costa, è da addebitare alla politica: “Nel bilancio regionale – spiega- le somme destinate agli investimenti per nuovi impianti è uguale a zero euro. Zero. E’ davvero inspiegabile”. In realtà, dall’amministrazione regionale arrivano fondi per lo sport. Ma la strada seguita è quella dei finanziamenti alle singole società sportive: “Si tratta di somme ridicole. Mille euro di qua e mille di là. Servono solo per pagare le utenze telefoniche”. E, come se non bastasse, questi soldi arrivano con un ritardo clamoroso: “Fino a poco tempo fa, per ricevere i finanziamenti, le società dovevano attendere fino a sei anni”. Ma, cosa che più fa effetto è che “l’ufficio della Regione che aveva il compito di avviare le istruttorie per i pagamenti era composto da 38 impiegati. E quegli impiegati non riuscivano a essere più veloci…”.

Un chiaro caso di inefficienza burocratica, messo a nudo dalla decisione di “spostare” queste competenze in un ufficio del Coni: “Quello che faceva la Regione con 38 impiegati, noi lo facevamo con due persone. E quelle stesse persone avevano anche altri compiti all’interno della nostra associazione. I risultati? Altro che sei anni…i pagamenti arrivavano in tempo reale”.

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Dalle parole di Costa, però, emerge una vicenda assai più spinosa di un “semplice” (perché diffuso) caso di lentezza burocratica: “Una volta – racconta Costa – fui contattato dalla politica. Mi dissero che il sistema che avevamo avviato al Coni per i pagamenti era ‘troppo efficiente’. Troppo. Al punto che i politici di turno non potevano usare l’arma di quei finanziamenti pendenti per scopi elettorali. Mi chiesero quindi di interrompere la nostra azione”.

Un’accusa molto dura, che prosegue nell’invito ai ragazzi giunti al Festival della Legalità, a diffidare “di quelle persone che chiedono qualcosa in cambio, che offrono un diritto come fosse un favore. Questa – continua Costa – è gente che usurpa, violenta le istituzioni. E dovremmo mandarli a casa”.

Il riferimento è ai vertici delle amministrazioni siciliane: “Se il sindaco di Palermo, il presidente della Regione e della Provincia fossero qui, sarebbe interessante. Loro forse preferiscono stare in tv, dove esibirsi in elucubrazioni e discussioni. Se fossero qui, oggi, potrebbero confrontarsi con la gente e rispondere a semplici domande”. E lo sport, secondo Costa, rappresenta proprio un antidoto nei confronti della politica ‘malata’: “Lo sport non produce favori, né tangenti. Noi non abbiamo nulla da offrire alla politca. Forse proprio per questo, la politica si dimentica di noi”.

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05 Ottobre 2010, 15:25

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