16 Febbraio 2012, 15:53
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E alla fine le strade di Gianfranco Miccichè e Terzo Polo si incrociarono. Il matrimonio politico tra il Grande Sud del più ribelle dei berlusconiani e la coalizione centrista di Casini e Fini sembrerebbe cosa fatta. E prenderà le mosse da Palermo, dove il movimento arancione di Miccichè sosterrà, a meno di eclatanti sorprese, la candidatura di Massimo Costa. Oggi, secondo quanto riportato dall’Ansa, Miccichè ha incontrato a Roma Raffaele Lombardo. Dopo le incomprensioni e le polemiche, i due vecchi compagni di viaggio hanno ripreso a parlarsi. Partendo da Costa, ma con un occhio rivolto alla Regione. Dove non si può escludere che, dopo le amministrative, Grande Sud possa rientrare al governo. Un discorso ancora prematuro, che dovrà essere vagliato in tempi lunghi, anche alla luce delle scelte dell’Udc, che alla Regione ha rotto con Lombardo. In questi giorni Miccichè ha incontrato anche Gianfranco Fini, con il quale sarebbe maturata l’intesa per un apparentamento tra Grande Sud e Terzo polo alle prossime elezioni politiche, se dovesse restare in vigore il Porcellum.
Miccichè nei giorni scorsi ha espresso parole di apprezzamento su Massimo Costa, che vede rafforzarsi sensibilmente la coalizione che lo sostiene. Il movimento dell’ex sottosegretario, infatti, a Palermo è ben radicato e potrà immettere carburante nel serbatoio del trentaquattrenne presidente del Coni Sicilia. Costa, com’è noto, presenterà la propria candidatura martedì prossimo in una conferenza stampa al Politeama, senza partiti attorno, per sottolineare la cifra “civica” della sua candidatura. Da qui ad allora dovrebbe essere sciolto l’ultimo nodo significativo, quello relativo al Pdl, che sabato si riunisce in congresso a Palermo. Al riguardo, non cessano i rumours su un pressing in corso su Francesco Cascio, grande amico e mentore politico di Costa, che nelle scorse settimane aveva opposto un gran rifiuto alla richiesta del partito di candidarsi a sindaco.
I terzopolisti stanno a guardare e ostentano sicurezza di fronte all’ipotesi di una discesa in campo del presidente dell’Ars, convinti che Cascio abbia fatto attorno a sé terra bruciata nel Pdl e che una sua discesa in campo si potrebbe trasformare in un redde rationem tutto interno ai berluscones. Tanto che pù d’uno continua a sussurrare l’ipotesi, che a oggi non ha trovato alcuna traccia di conferma, di un epilogo clamoroso che porterebbe il democristiano Cascio a rompere col partito di Alfano per traslocare all’Udc. Fantapolitica, per il momento. O forse voci disseminate ad arte per avvelenare ulteriormente il clima. In attesa della mossa del Pdl di sabato, che definirà meglio il quadro della contesa.
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16 Febbraio 2012, 15:53