26 Febbraio 2023, 20:47
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Sarebbe facilissimo indignarsi per quell’improvvida caccia al selfie, nella camera ardente di Maurizio Costanzo, a cui la Signora Maria De Filippi si è offerta, garbatamente, in sacrificio, con un sorriso pietrificato dal dolore. Sarebbe una comoda presa di distanza da qualcosa che ci appartiene.
Perché quello spettacolo che, senza volerlo, sfregia il lutto è la somma che fa il totale, il risultato di una società che non legge, che attraversa gli anni dell’istruzione con noia, talvolta incontrando professori parimenti annoiati. Che non sa, che non vede, che non sente. Non volendo sapere, né vedere, né sentire. Ed è una scelta.
Un piccolo mondo decadente che non gioca con i figli, ma li addormenta con lo smartphone, non più con la favola della buonanotte. Un Titanic in cui reale e virtuale non sono più distinguibili. Stiamo tutti ballando, mentre l’orchestrina suona, e l’ombra dell’iceberg si avvicina. Quelle scene sommessamente atroci raccontano il fallimento di tutti. (rp)
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26 Febbraio 2023, 20:47