Costi elevati e scarsi risultati |Palermo peggior squadra di A

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28 Maggio 2016, 13:20

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PALERMO – Una stagione che per poco non s’è trasformata in un incubo, con la certezza di aver fatto meno di quanto ci si potesse aspettare. Il campionato del Palermo è stato archiviato in fretta dopo il triplice fischio del match casalingo contro il Verona, perché delle trentotto partite disputate negli ultimi dodici mesi c’è ben poco da salvare. Un Palermo deludente, come nessun altro in Serie A nella stagione 2015/16. Non solo per quanto mostrato sul campo, con i trentanove punti che alla fine sono valsi una salvezza tirata per i capelli, ma anche fuori. Perché il rapporto tra i costi per giocatore e la posizione in classifica valgono al club di viale del Fante la maglia nera di peggior squadra della Serie A, insieme all’altra grande delusione di quest’anno, ovvero la Sampdoria.

L’analisi del Cies (Centro Internazionali sugli Studi Sportivi di Neuchatel, Svizzera) è tanto semplice quanto chiara: la classifica dei costi per giocatore viene messa a confronto con quella effettiva sul campo e da lì si calcola il gap. Il Palermo, che con i suoi 1,7 milioni di euro lordi di costi per ogni elemento della rosa si piazza al dodicesimo posto tra le squadre di Serie A, ha chiuso la stagione con il differenziale maggiore. Un -5 in classifica che porta i rosa all’ultimo posto, insieme alla Sampdoria (decima per costi della rosa e quindicesima in campionato), a dimostrazione di quanto sia stata realmente dispendiosa questa salvezza per il Palermo. Le tre retrocesse, invece, hanno rispettato quasi del tutto le attese: il Carpi, ultimo nel rapporto costi/giocatori, ha chiuso con un differenziale di +2, mentre il Frosinone ha mantenuto sul campo la diciannovesima posizione in classifica. Il Verona, con i suoi 500 mila euro di costi per giocatore, avrebbe dovuto ottenere (stando ai bilanci) una salvezza risicata. Così non è stato, e nell’analisi del Cies chiude quartultimo con un -3 di gap.

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Neanche il Verona, dunque, ha fatto peggio del Palermo da questo punto di vista. E pensare a chi, sulla carta, sarebbe dovuto retrocedere senza appello ma è riuscito a salvarsi in carrozza. La migliore squadra dello scorso campionato, in tal senso, è stata l’Empoli di Giampaolo: diciottesima nella classifica dei costi per giocatore, sopra soltanto alle due matricole Carpi e Frosinone, ma sorprendentemente decimo in campionato. Un differenziale di +8 che lancia i toscani tra le migliori società per capacità di coniugare i bassi costi con i risultati, una caratteristica storica del club empolese, da sempre abile a sfornare talenti dal proprio vivaio e a lanciarli in massima serie. Un differenziale così, tra i principali campionati europei, è inferiore solo a quello del Mainz (+10) e dell’immancabile Leicester, che ha chiuso con un clamoroso +17 (diciottesimo per costi in Premier League e primo in classifica).

Per quanto riguarda le altre italiane, vola alto anche il Chievo col suo differenziale di +6 (quindicesimo per costi e nono in campionato), a riprova dell’ottima stagione vissuta dalla squadra guidata da Rolando Maran. Tra le big, la Fiorentina è davanti a tutti in graduatoria, grazie al suo quinto posto in classifica a fronte dell’ottava posizione per ciò che riguarda il rapporto costi/giocatori. Roma e Napoli, entrambe con un differenziale pari a +1, rispettano sostanzialmente le previsioni di inizio anno, così come la Juventus, una delle tre squadra (insieme ad Atalanta e Frosinone) ad aver avuto la stessa posizione in entrambe le graduatorie. Male, infine, l’Inter e il Milan. I nerazzurri, seconda squadra d’Italia in virtù dei costi per giocatore, hanno dovuto accontentarsi del quarto posto. Un differenziale pari a -2, così come per i rivali rossoneri, per una stagione al di sotto delle aspettative.

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28 Maggio 2016, 13:20

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