11 Luglio 2015, 16:15
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PALERMO – Uno “sconto” di un milione e mezzo. E una presa di posizione importante: il canone dell’acqua da far pagare a chi gestisce gli acquedotti non può essere uguale a quello previsto per chi la imbottiglia. La Sogea, l’azienda che fa arrivare l’acqua nelle case di Baida e dintorni sfruttando una fonte locale, vince la querelle che la contrapponeva da oltre un anno alla Regione, “colpevole” di avere recapitato all’azienda un conto da un milione e mezzo per il 2013 e il 2014. Secondo l’azienda, difesa da Massimiliano e Riccardo Mangano, quelle richieste erano esose: l’assessorato regionale all’Energia, infatti, aveva applicato la tariffa prevista per l’imbottigliamento e non quella per gli acquedotti. La differenza non è da poco: 1,04 euro al metro cubo contro appena 3 centesimi.
Lo scontro nasce da una legge regionale del 2013. Una norma che la terza sezione del Tar, presieduta da Calogero Ferlisi, non fa fatica a definire poco chiara nella parte in cui definisce la tariffa: “1,04 euro/metro cubo o frazione di metro cubo di acqua minerale naturale o di sorgente emunta, non imbottigliata, comunque utilizzata”. Secondo l’azienda, e adesso anche secondo la sentenza redatta dal collegio composto anche dal consigliere Giovanni Tulumello e dall’estensore Lucia Maria Brancatelli, quella tariffa non può essere applicata anche a chi non imbottiglia un solo millilitro, anche perché la stessa legge prevede uno sconto per chi, ad esempio, usa bottiglie di vetro: “Di maggiore rilievo – si legge nella pronuncia del Tar – è la circostanza che l’articolo 7 (della legge del 2013, ndr) preveda importanti benefici, in termini di riduzione della tariffa, sicuramente applicabili solo ai concessionari imbottigliatori e che accentuerebbe gli effetti negativi dell’applicazione a svantaggio dei soli concessionari di acqua a fini idro-potabile”. Non solo: se la tariffa “piena” fosse applicata a chi gestisce gli acquedotti “non sarebbe più garantita la copertura dei costi in base ai ricavi”, insomma l’azienda sarebbe costretta ad andare in perdita per garantire bollette eque ai consumatori. Tanto più che con la nuova legge, quella approvata quest’anno, il prezzo da pagare è stato ulteriormente abbassato: il Tar ovviamente specifica che la legge del 2015 può essere applicata solo dal momento dell’approvazione in poi, ma “sarebbe irragionevole la scelta del legislatore regionale di applicare a partire dal 2015 alla concessione di acque a fini idro-potabili un canone annuo di produzione di soli 0,03 euro per metro cubo, mentre nel 2013 e nel 2014, il canone dovuto sarebbe pari a ben 1,04 euro”. Sogea risparmia 571 mila euro per il 2013 e 916 mila per il 2014. E la Regione perde un’altra, l’ennesima battaglia al Tar.
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11 Luglio 2015, 16:15