07 Giugno 2020, 18:54
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Chi è un eroe? E’ qualcuno che legge il libro della propria fragilità e scrive sulla pagine bianche di se stesso una promessa di solidarietà. Un eroe non è un personaggio da fumetto, né un monumento di marmo, né uno che costruisce da sé la propria retorica. Opera in silenzio. Si stupisce dello stupore con cui gli altri osservano la sua gentilezza d’animo. Un eroe è chi, nel mare di odio dei tempi, tra social e realtà, propizia l’approdo su una terraferma umana.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Cavalieri alcuni italiani che si sono distinti nella pandemia del Coronavirus. E, per quanto detto sopra, possiamo definirli sicuramente eroi.
Ci sono due donne siciliane. C’è la dottoressa Concetta Castilletti, di Ragusa, la ricercatrice dello Spallanzani che, insieme al team dell’Istituto, in contemporanea alla Francia, ha isolato il coronavirus.
C’è la professoressa Daniela Lo Verde, preside della scuola “Giovanni Falcone” dello Zen di Palermo, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa ad alcune famiglie in difficoltà. Suo anche l’appello per recuperare pc e tablet per consentire ai suoi allievi di seguire le lezioni a distanza. Abbiamo contattato la dirigente, meravigliata del riconoscimento. Chi fa il bene non ha tempo di guardarsi intorno.
E tanti altri nomi ci sono in quell’elenco, da scolpirli a memoria nel cuore, in un ritratto trasversale del nostro Paese finalmente solidale e altruista.
C’è Elena Pagliarini: è l’infermiera di Cremona, protagonista della foto, di stanchezza e impegno, diventata simbolo dell’emergenza coronavirus. Positiva, è guarita.
C’è Marina Vanzetta, operatrice del 118 di Verona, che ha soccorso una anziana donna e le è stata accanto fino alla morte.
C’è Ettore Cannabona, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Altavilla Milicia che ha devoluto in beneficenza l’intero stipendio mensile.
C’è Giuseppe Maestri, farmacista di Codogno, che, ogni giorno, ha percorso cento chilometri per recarsi in piena zona rossa, senza pensare ai rischi.
C’è Alessandro Bellantoni che con il proprio taxi ha fatto una corsa gratis di 1.300 chilometri per portare da Vibo Valentia all’ospedale Bambin Gesù di Roma una bambina di tre anni per un controllo oncologico.
C’è Pietro Floreno, malato da oltre dieci anni di Sla, che ha messo a disposizione della ASL, per i malati di coronavirus, il suo ventilatore polmonare di riserva…
C’è gente diversa, generalmente in ombra, oltre i puntini di sospensione. Che non insulta sui social. Che non schiuma rabbia, Che non lancia improperi. Così diversa dalle vicende spesso raccontate da giornali o tv. Una boccata d’aria fresca nei miasmi che respiriamo, in un clima inquinato dal cinismo che sfrutta la disperazione e dalle divisioni calcolate al millimetro, da chi spera di trarne profitto. L’appello sacrosanto all’unità di un grande Presidente della Repubblica è un fiore sulle pietre.
Ecco perché abbiamo bisogno di quell’elenco di italiani veri. Sono persone capaci di pensare al prossimo, nella catastrofe, lasciando da parte le difficoltà. Con un eroismo umile, sovrapponibile alla loro vita, rappresentano l’approdo sicuro in fondo a un mare di odio. Se mai li incontreremo sotto la tempesta ci tenderanno la mano.
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07 Giugno 2020, 18:54