26 Giugno 2022, 17:43
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ROMA – I rischi del Covid sull’apparato riproduttore maschile e in particolare per la potenziale insorgenza di disfunzione erettile. È questo il contenuto dello studio appena pubblicato sulla rivista International Journal of impotence research. Le stesse conclusioni cui era giunta prima una ricerca italiana
Tanti i problemi che si potrebbero sommare. E se già lo stress psico-fisico, ansia, e preoccupazioni legate agli affetti e al lavoro sono tutte cause possibili di una diminuzione dello stimolo sessuale e della passione, il Covid-19 potrebbe peggiorare le condizioni cardiovascolari, causando anche disfunzione endoteliale, ipogonadismo, disagio psicologico e la compromissione dell’apparato polmonare. Tutte cause della potenziale insorgenza di disfunzione erettile.
In una precedere ricerca italiana era stato compiuto uno studio retrospettivo sui dati di 7 mila pazienti. Cosa è emerso? “Il rischio di impotenza – spiega Emanuele A. Jannini, ordinario di Endocrinologia e Sessuologia medica all’Università Tor Vergata di Roma. – è risultato maggiore di sei volte in chi riferiva in anamnesi una storia di Covid. La spiegazione di ciò risiede nel fatto che essere stressati dal punto di vista immunitario, respiratorio e metabolico come accade in chi si ammala di Covid-19 accelera il processo di impotenza”.
Le malattie cardiovascolari, i tumori, le patologie respiratorie croniche e quelle metaboliche rientrano nell’ambito di quelle che l’Oms definisce malattie croniche non trasmissibili e che rappresentano la principale sfida della sanità pubblica mondiale. Proprio queste patologie sono quelle che mettono più a rischio i soggetti che ne soffrono di ammalarsi di Covid in forma severa.
Il dato interessante che emerge dagli studi di Tor Vergata riguarda proprio il nesso che esiste tra queste malattie croniche non trasmissibili, Covid-19 e impotenza: “La disfunzione erettile precede l’arrivo di queste malattie croniche non trasmissibili di ben dieci anni. È come un canarino nella miniera di carbone: in pratica l’impotenza ci avvisa prima che c’è qualcosa che non va. E a distanza di anni si manifestano poi quelle patologie che sono anche quelle che fanno ammalare in modo più severo di Covid-19”, aggiunge Jannini.
A fare da trait d’union le corrette abitudini di vita quotidiana, dall’alimentazione, all’attività fisica, al fumo e all’alcol: “Tutto parte dallo stile di vita: quando è scorretto può determinare l’insorgenza di malattie cardiovascolari, respiratorie, oncologiche e metaboliche che, insieme all’età, sono le quattro principali cause alla base di un rischio maggior di ammalarsi gravemente di Covid. Ma proprio questi stessi fattori di rischio sono anche alla base dell’impotenza maschile”.
La salute sessuale maschile è chiamata in causa anche per il Long Covid in uno studio condotto sempre dal gruppo del professor Jannini di Tor Vergata in collaborazione con Cina, Germania e Danimarca: “Se vogliamo sapere qual è il decorso di un paziente che si è ammalato di Covid-19 ed è guarito – spiega Jannini – basterebbe chiedergli come vanno le cose a letto. Se l’uomo ha una vita sessuale soddisfacente, si può dire con un buon margine di certezza che il Long Covid non durerà a lungo e che l’infezione non avrà degli strascichi nel lungo periodo. Dunque, l’impotenza può rappresentare il biomarker più efficace per valutare le condizioni di salute generale di un soggetto che ha avuto il Covid”, conclude Jannini che ha da poco pubblicato il libro “Uomini che piacciono alle donne” (Sonzogno) nel quale sostiene la tesi del “Sì Vax, sì Sex” volendo sottolineare quanto poter uscire dal Covid grazie ai vaccini consenta alle persone anche di riprendere la propria vita sessuale così strettamente connessa alla salute.
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26 Giugno 2022, 17:43