Cronaca

Covid e trasporto turistico: il grido di allarme degli operatori

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27 Novembre 2020, 11:28

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PALERMO – Formalmente in attività ma di fatto senza lavoro. È il grido di allarme degli imprenditori del trasporto turistico, un comparto per il quale non sono previsti ristori ma che è quasi del tutto fermo ormai da febbraio. “Vado in ufficio ogni mattina per amore dell’attività che gestisco, per mantenere l’ambiente che ho creato. Ma materialmente non ho nulla da fare”. Alfia Spatola, titolare dell’omonima ditta di trasporti fondata a Palermo nel 1957, ci racconta le difficoltà degli ultimi mesi perché, se il fatturato è crollato del 90 per cento, le spese bisogna pur pagarle: “Ci sono i mutui, i leasing, gli affitti per i capannoni, le bollette. I mezzi devono essere messi in moto e controllati perché la stasi fa sì che i problemi meccanici si moltiplichino”.

Con lo stop al turismo e alle visite scolastiche le quasi 6000 aziende di bus turistici in tutta Italia si sono trovate in grande difficoltà. La metà rischia di chiudere e la luce in fondo al tunnel ancora non si vede: “Normalmente già in questa fase dell’anno abbiamo programmi per le stagioni successive – continua Spatola – Non c’è nulla al momento e questo ci fa immaginare che anche il 2021 sarà un anno di crisi. Il governo ci dia l’opportunità di un lavoro alternativo o ci mandi i fondi per resistere fino a quando ripartirà la stagione turistica”. In effetti l’opportunità di lavorare almeno un poco ci sarebbe, grazie allo stanziamento di 14 milioni di euro (7 già trasferiti alla regione) che il ministero dei trasporti aveva previsto proprio per affiancare i bus turistici al trasporto pubblico urbano in sofferenza, visto che i mezzi possono ospitare solo il 50 per cento dei passeggeri per via delle limitazioni anti Covid.

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“Ma in Sicilia il piano è fallito perché finora di quei soldi non è stato investito un solo euro – spiega Maurizio Reginella, presidente dell’associazione Bus turistici 2020 – sono fondi disponibili da agosto e che servivano in vista della riapertura delle scuole, eppure le superiori hanno chiuso proprio a causa del sovraffollamento dei mezzi”. L’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone ha risposto alle istanze degli imprenditori facendo sapere che i fondi saranno trasferiti alle amministrazioni locali in base al chilometraggio effettuato. “Ma a partire da gennaio. Fatto sta che il 2020 è ormai passato, noi siamo ancora fermi e i nostri dipendenti restano in cassa integrazione”.

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27 Novembre 2020, 11:28

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