Covid: il nostro abbraccio a due bambini, figli di tutti

Covid: il nostro abbraccio a due bambini, figli di tutti

La sofferenza. E una marea d'affetto

Cari piccoli, sospesi in una notte da cui vogliamo che usciate presto, siete i figli amatissimi di padri e madri che soffrono, siete i nipoti di nonni amorevoli, ma siete anche i figli di tutti noi.

Abbiamo raccontato della vostra pena. E mai avremmo voluto farlo. Lo stesso riflesso che prende per ogni sofferenza con voi è amplificato, perché siete bambini: l’eterna dolcezza della vita. Sappiamo che siete stati intubati, che avete preso il Covid e che state lottando coraggiosamente, affidati a meravigliosi militi della Sanità che combattono insieme a voi.

Cari bambini, non vogliamo che passi questo giorno, al tramonto della cronaca, nel silenzio e senza una carezza o un abbraccio da fuori. Perciò, vi abbracciamo. Tutti. Quelli che leggono i giornali, quelli che li scrivono, pure le persone smarrite che scambiano la confusione con la rabbia. Perché sono i più fragili nel cuore, perché questa pandemia, il cuore, glielo ha masticato. Vi abbracciamo forte e abbracciamo chi sta più accanto a voi, come quel grande nonno che ci ha contattato, sforzandosi di celare le lacrime della sua voce.

Cari figli di tutti, sospesi in questa notte fredda. Il vento di Palermo vi porti i nostri pensieri caldi, mentre vengono scoccati verso il cielo come una preghiera. E che le nostre preghiere si annodino in una scala luminosa che vi permetta di scavalcare il dolore. Per ricongiungervi alla gioia.


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