Catania

Covid, il risiko dei posti letto: “Serve una nuova strategia”

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16 Gennaio 2022, 06:10

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CATANIA – Molti arrivano al pronto soccorso per un trauma o un infarto e scoprono di essere positivi. Seguendo lo schema utilizzato dallo start della pandemia il paziente finisce al reparto di Malattie Infettive. La valanga di contagi che è arrivata in questo inizio 2022 sta creando un intasamento reale e concreto nelle corsie Covid, che si trovano a ospitare pazienti positivi asintomatici dal punto di vista del virus e che necessitano di cure invece totalmente diverse. Un circolo vizioso che sta mettendo in affanno tutto il sistema ospedaliero, con una pressione fuori dal comune per i medici dell’emergenza. Sono già arrivati gli stop del no covid classificato come “non urgente”. I chirurghi hanno lanciato un allarme che non va sottovalutato.

Per il commissario per l’emergenza Pino Liberti è necessario “cambiare strategia”. “Quanto accade nelle altre province – analizza l’infettivologo – con posti letto covid occupati da pazienti asintomatici che sono arrivati in ospedale per traumi o altre patologie succede anche nelle nostre strutture”. Nei prossimi giorni, infatti, è prevista una riunione “con i direttori generali delle aziende ospedaliere” per poter organizzare i reparti in un altro modo. Oggi servono posti covid in cardiologia ed ortopedia. Bisogna, insomma, ridisegnare l’assetto per poter ospitare i pazienti con altre patologie ma risultati positivi al covid. E quindi non affollare le malattie infettive, dove c’è una richiesta di posti anche da malati non malati di covid. Ma in fondo l’esempio da studiare è quello simile a quanto già accade in Ostetricia e Pediatria al San Marco di Catania, dove da due anni sono riusciti a gestire anche future mamme e piccoli ‘positivi’.

Da più parti è già arrivata la proposta di creare una struttura “multidisciplinare” dove poter ricoverare pazienti che scoprono solo al momento dell’accesso al Pronto Soccorso e all’ospedale di essere positivi. “Cambieremo percorso – dice Liberti – perché nonostante l’apertura di altri 150 posti abbiamo visto che tra poco torneremo in affanno. La strategia va messa a punto con i direttori generali, che come detto incontrerò prestissimo”.

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Il virus intanto continua a viaggiare. A ritmi incontrollabili. “La soluzione, con questi numeri, non è sicuramente il tampone. Non possiamo trasformare ogni paese in un tamponificio. Infatti, abbiamo trasferito l’hub al Maas per chi ha necessità di un tampone e invece dedicheremo via Forcile per i test programmati al fine di liberare dall’isolamento. La strada resta ed è il vaccino”.

Il covid sta davvero finendo? “Sicuramente sta diventando endemico. Ma le prossime settimane saranno ancora dure. Poi – chiosa Liberti – io non amo fare previsioni. Rischierei di essere puntualmente smentito”.

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16 Gennaio 2022, 06:10

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