27 Gennaio 2021, 18:48
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CATANIA – Banche, fisco e Inps: le proposte di Confimprenditori Catania. L’emergenza sanitaria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della lentissima ripresa che l’economia italiana, e soprattutto siciliana, stava conoscendo dopo la crisi del 2008.
Per questo le soluzioni da mettere in campo vanno inscritte all’interno di una cornice ampia. Ne è convinto Giovanni Mangano, ristoratore e presidente di Confimprenditori Catania che, senza mettere la polvere sotto il tappeto, analizza le difficoltà del settore e avanza qualche proposta “di buon senso”. “Siamo chiusi, non vale la pena aprire. I locali che facevano asporto già prima dell’emergenza sanitaria continuano a farlo con meno problemi, i ristoranti che nascono come ristoranti hanno difficoltà a fare l’asporto”, spiega.
Il rapporto tra entrate ed uscite, insomma, è un gioco che non vale la candela. “Le spese sono tante, le utenze standard sono già parecchio onerose”, conferma Mangano che sulla gestione della crisi a livello centrale sottolinea luci ed ombre. “Il governo era partito bene. L’apri e chiudi e le zone colorate poi hanno creato più danni che altro”, spiega l’imprenditore che avrebbe preferito una chiusura totale in grado di arginare la pandemia e consentire una ripartita diversa. “I ristori sono insufficienti, parliamo di qualche migliaio di euro: non sono nemmeno riuscito a pagare le utenze.
Il nodo è un altro e riguarda la ripartenza”, dice. Poi avanza qualche proposta. “Bisogna rivedere la questione della rottamazione. Per recuperare un anno senza utili ne servono almeno altri tre. La cosa migliore sarebbe la ristrutturazione dei debiti nella loro totalità”, argomenta. Mangano individua una serie di criticità già difficili da districare nella fase prepandemia.
“Le micro, piccole e medie imprese oggi si trovano in una situazione economica e debitoria che deve e può trovare una soluzione. Penso a una ipotesi di ristrutturazione dei debiti in un’unica soluzione che comprenda le banche il fisco e l’Inps”, aggiunge. Lo schema immaginato è quello di “una rata mensile che rimetta tutti in careggiata”. “Da questa manovra lo stato avrebbe entrate corpose e immediate utili per la ripartenza”, aggiunge e precisa. “Dobbiamo distinguere tra gli evasori fiscali e coloro i quali dichiarano il dovuto, ma non riescono a pagare: il carico fiscale è troppo pesante per chi ha un’attività”, spiega.
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27 Gennaio 2021, 18:48