L’appello del presidente Mattarella: | “Inaccettabile dividersi adesso”

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01 Giugno 2020, 20:30

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Se c’è una luce in questo Paese sprofondato nel buio, con le sue paure e la sua crisi, è la parola chiara di chi sa quanto sia difficile, ma essenziale, trasformare il dolore in speranza. Anche oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha indicato una strada allo sgomento e agli ostacoli.

“Il 2 giugno si celebra l’anniversario della nascita della nostra Repubblica – ecco alcune tra le sue parole –. Lo faremo in una atmosfera in cui proviamo nello stesso tempo sentimenti di incertezza e motivi di speranza. Stretti tra il dolore per la tragedia che improvvisamente ci è toccato vivere e la volontà di un nuovo inizio. Di una stagione nuova, nella quale sia possibile uscire al più presto da questa sorta di incubo globale”. Una riflessione semplice, ma profonda.

“Accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno dopo giorno, una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica”. Come per il sorgere della Repubblica, nel 1946, serve oggi “un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese. Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia”. Non si tratta di frasi comunque ben fatte. Ma dell’esperienza di chi ha sofferto prove crudeli in prima persona e mette a disposizione una ricchezza che è essenzialmente umana.

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E ancora: “Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale. Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri. Questo sentimento profondo, che avverto nei nostri concittadini, esige rispetto, serietà, rigore, senso della misura e attaccamento alle istituzioni. E lo richiede a tutti, tanto più a chi ha maggiori responsabilità. Non soltanto a livello politico”.

“Ora sarebbe inaccettabile e imperdonabile disperdere questo patrimonio, fatto del sacrificio, del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che c’è nella nostra gente. Ce lo chiede, anzitutto, il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate. Sono convinto che insieme ce la faremo. Che il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà”.

Questo l’appello, questo il monito. Questo il discorso alla Nazione, dai giardini del Quirinale, di un grande presidente. I ragionieri che lucrano consensi sulla rabbia, ancora una volta, sono stati messi all’angolo da chi sa costruire una strada.

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01 Giugno 2020, 20:30

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