26 Novembre 2022, 19:52
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I vaccini si confermano l’arma fondamentale per prevenire le forme più gravi di Covid-19, a fronte di una circolazione del virus SarsCoV2 che si sta intensificando e che nell’ultima settimana ha portato ad un aumento dei casi e dei ricoveri nei reparti ospedalieri ordinari. Secondo l’ultimo Report esteso dell’Istituto superiore di sanità, infatti, nella fascia di popolazione 60-79 anni, per i non vaccinati il tasso di mortalità risulta quasi tre volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e tre volte e mezzo rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni.
Se dunque, al momento, la situazione nelle terapie intensive resta sotto controllo, con un tasso di occupazione stabile al 2,5%, ciò si deve principalmente proprio all’effetto della vaccinazione anti-Covid che previene la malattia grave. Lo dimostra anche il fatto che tra gli over80 non vaccinati, rileva il Report, la mortalità risulta 6 volte più alta rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e rispettivamente 9 volte e mezzo e 5 volte e mezzo più alta rispetto ai vaccinati con 2/a dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120.
Nonostante questo, stenta a decollare la somministrazione della quarta dose. La campagna vaccinale in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020 ed al 23 novembre 2022 sono state somministrate complessivamente 142.592.506 dosi: in particolare si tratta di 47.326.008 prime dosi, 49.994.387 seconde/uniche dosi, 40.342.961 terze dosi e 4.929.150 quarte dosi.
Da qui l’invito degli esperti a vaccinarsi con la seconda dose booster se si rientra nelle fasce a rischio o più anziane. I rischi del Covid “permangono per le persone fragili: quindi l’invito che posso rivolgere a chi è immunodepresso, a chi ha altre patologie cardiovascolari e fragilità di varia natura è a vaccinarsi, soprattutto per proteggere se stessi e gli altri”, ha affermato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La quarta dose del vaccino, ha sottolineato, “negli over 80 ha una copertura intorno al 40%, e poi andiamo a decrescere. Ci sono ancora circa 6 milioni di non vaccinati in Italia. Sappiamo bene che ormai il virus è cambiato: forse dovremmo imparare anche a non chiamarlo più pandemico, ma un virus ormai endemico in varie parti del globo, come è stata la pandemia dell’Hiv”.
I contagi da Covid, dunque, corrono e lo fanno anche tra i ragazzi in età scolare. Sempre nell’ultima settimana come rileva l’Iss, è in leggero aumento la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (fino a 19 anni) rispetto al resto della popolazione (9,5% contro 9,2%). Negli ultimi 7 giorni, il 14% dei contagi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 31% nella fascia d’età 5-11 anni, il 55% nella fascia 12-19 anni. Sale anche la percentuale di reinfezioni da Covid: sono al 20,9% contro 20,2% della settimana precedente. Il tasso di incidenza dei casi, intanto, è in aumento in tutte le fasce d’età. Quello più elevato si registra nella fascia 50-59 anni (484 casi per 100.000) mentre nella fascia 0-9 anni si registra il valore più basso pari a 138 casi per 100.000.
Un quadro che impone un attento monitoraggio secondo Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia: “L’Iss, nell’ultimo monitoraggio settimanale – afferma – indica che il valore dell’indice di trasmissibilità Rt è pari a 1,04 e dunque già sopra la soglia epidemica. Tuttavia l’Rt, essendo calcolato solo sui soggetti sintomatici, descrive una situazione di circa 10 giorni precedenti”.
La diffusione del virus sarebbe dunque, secondo l’esperto, ben più elevata pur in una situazione ancora di instabilità. “Ciò che si può dire comunque – conclude – è che la circolazione del virus è in continua crescita anche se per il momento non sembra ancora una crescita molto marcata”.
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26 Novembre 2022, 19:52