25 Febbraio 2022, 20:19
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Un po’ subcomandante, secondo chi scherza con lui per la sua nota inclinazione politica, il dottore Renato Costa è il commissario ‘comunista’ (lo dice, anzi, lo rivendica) che coordina l’emergenza Covid a Palermo, per conto di un governo di centrodestra. E già questa è una notizia. Poi c’è il resto. Ci sono i risultati. C’è un anno di vaccini che ha messo in sicurezza tantissime persone. Ma cosa sarà dell’hub vaccinale della Fiera? Oggi, tra l’altro, si è parlato di un futuribile centro congressi
Commissario Costa, tra non molto finisce lo stato d’emergenza. Cosa ne sarà dell’hub vaccinale della Fiera: tanti saluti e grazie?
“Finisce lo stato d’emergenza e avrà delle conseguenze per certi aspetti. Ma non sarà certamente smantellato il sistema che ci ha permesso di tenere a bada la pandemia, con i vaccini e l’assistenza caso per caso. Sono sicuro che questo sia chiaro a tutti. Siamo in una fase più leggera che speriamo ci porti alla convivenza il più possibile pacifica. Ma il Covid non scomparirà dalla nostra vita. Solo per fare un esempio, dovremo vaccinare ancora”.
E questo non possono farlo i medici di base?
“Mi sembra difficile che i medici di base, che svolgono un lavoro impegnativo per cui essere grati, possano sobbarcarsi in toto le somministrazioni. Il vaccino non è una punturina e via…”.
No?
“No, ci vuole una programmazione capillare, ci vuole l’assistenza sul territorio, ci vuole una sanità di prossimità. E poi noi non facciamo soltanto i vaccini e dire ‘soltanto’ non rende giustizia alla mole di lavoro, anche a domicilio, con le vaccinazioni a casa e nei quartieri. Noi svolgiamo tanti servizi. Adesso, per esempio, ci occuperemo pure delle tessere sanitarie. Partiamo subito”.
Si parla di sviluppi futuri della Fiera. Lei che ne pensa?
“Penso che non sono un politico, il mio è un ruolo tecnico e la direzione spetta alla politica. Comunque, non si tratta di progetti immediati che saranno verosimilmente subordinati al ritorno alla normalità. Sono sicuro che il nostro patrimonio non verrà disperso”.
Cosa intende per patrimonio?
“Un approccio diverso con il mondo della sanità, per capacità di presenza sul territorio e di servizi garantiti. Non si può tornare allo schema medico di base-ospedale e in mezzo il nulla. La sanità di prossimità sarà importantissima nei prossimi anni, pandemia o non pandemia”.
State festeggiando un anno di vaccini.
“Ecco, sì, stiamo festeggiando. C’è voluta una grande capacità di sognare per realizzare quello che è stato realizzato, con il contributo di tutti”.
Lei tiene molto ai suoi ragazzi?
“Io ne sono innamorato, ma il punto non è questo”.
E allora qual è?
“A parte il fatto che il Covid c’è ancora, abbiamo acquisito un bagaglio di esperienze sul campo e di competenze che sarebbe un peccato disperdere. Qui non si tratta di sistemare qualcuno”.
E di che si tratta allora?
“Di realizzare un cambiamento. Per tanti anni l’abbiamo invocato. Adesso c’è. Vogliamo davvero buttarlo a mare?”.
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25 Febbraio 2022, 20:19