Cozzo querela i giornalisti di “S” | Archiviazione per Condorelli e Caia

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02 Dicembre 2019, 17:57

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PALERMO – Il giudice delle indagini preliminari Guglielmo Nicastro ha archiviato la denuncia presentata dall’ex commissario dell’autorità portuale di Augusta Alberto Cozzo, contro il giornalista Saul Caia e il direttore del mensile “S” Antonio Condorelli.

I due giornalisti sono stati assistiti dall’avvocato Marcello Montalbano, esperto delle tematiche legate al diritto dell’informazione e al giornalismo d’inchiesta.

Durante il procedimento, la Procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione, ma Alberto Cozzo, assistito dall’avvocato Dario Pastore, aveva fatto opposizione.

LE ACCUSE – Nel 2016, il mensile “S” ha pubblicato uno speciale dal titolo “Gemelli d’oro”, curato da Saul Caia, sui rapporti tra Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministro Federica Guidi, Ivan Lo Bello, ex leader di Confindustria e Alberto Cozzo: erano indagati in un procedimento, poi archiviato, della Procura di Potenza. Cozzo aveva ritenuto diffamatoria una frase, riportata all’interno dello speciale: “Nel corso della gestione commissariale – si leggeva nel mensile “S” – Cozzo, avrebbe favorito alcuni gruppi con i quali, in passato, sarebbe stato in contatto professionale. Avrebbe modificato la concessione rilasciata nel febbraio 2013 alla Poseidon Scarl, per l’utilizzo di 8mila metri cubi del suolo demaniale marittimo per lo stoccaggio merci ed eventuali container o colli da imbarcare, che prevedeva una scadenza nel 2017, ma che il neo commissario avrebbe esteso per la durata di 15 anni. Inoltre avrebbe inserito una clausola che riduce il canone di concessione del 50%. Una carezza fatta a un’azienda di cui Cozzo sarebbe stato legale per oltre due anni, incarico al quale aveva rinunciato, però, prima della nomina ministeriale a commissario straordinario del porto di Augusta”.

Cozzo ha sottolineato di aver agito correttamente, segnalando al responsabile Ufficio del Demanio e al responsabile Anticorruzione, di essere “in conflitto di interessi” e di aver firmato le delibere, al centro del servizio giornalistico, non “in beata solitudine”, ma in seguito a delibera adottata da un organo collegiale, il Comitato Portuale.

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Altro punto al centro della denuncia era il presunto intervento di Cozzo “in favore della Isia di Leto”, altra impresa che ha operato nel porto di Augusta. Cozzo ha opposto che tale impresa non avrebbe mai lavorato nella struttura siracusana, ma dalla “consultazione del sito web ufficiale dell’impresa – scrive il giudice – emerge al contrario che la stessa aveva intrattenuto dei rapporti commerciali con l’autorità portuale di Augusta, occupandosi di “preparare la documentazione tecnica e amministrativa con il produttore, Ilva, etc…”.

Il Gip ha rilevato che “nel caso di specie può operare la causa di giustificazione del legittimo esercizio del diritto di cronaca, sussistendo i requisiti della verità della notizia pubblicata, della continenza e dell’interesse pubblico all’informazione”. “Quanto al requisito della continenza – si legge nella decisione – valutato l’articolo nella sua globalità, può apprezarsi, da un punto di vista logico formale, il reiterato utilizzo da parte dell’estensore del condizionale e il ricorso a modalità verbali che mai trascendono in linguaggio offensivo, dall’altro venivano impiegate formule espositive neutre”.

“Il provvedimento del tribunale – commenta l’avvocato Marcello Montalbano – nel solco della giurisprudenza più attenta alla tutela del diritto dei cittadini ad essere informati dei fatti di rilievo per la vita di una comunità, riconosce ampia tutela al giornalismo d’inchiesta quale effettivo strumento volto alla diffusione di fatti di rilevo pubblico”.

 

 

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02 Dicembre 2019, 17:57

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