10 Marzo 2016, 09:06
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CATANIA- Nuova tegola per Antonino Pulvirenti, ex patron del Calcio Catania. La Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura di Catania (pm Alessandra Tasciotti e Alessandro Sorrentino) non ha mai smesso di indagare sui conti in Svizzera del “Presidente”. E l’inchiesta (parte integrante degli accertamenti riguardanti il crack Windjet) ha generato nuovi e importanti sviluppi. Sviluppi che hanno portato a un nuovo sequestro di un milione di euro sui conti svizzeri di Pulvirenti.
Al centro di questo costone dell’inchiesta c’è la società Giafar S.A. I primi accertamenti avevano permesso di “verificare” come la fiduciaria elvetica, nel marzo del 2011, aveva versato 3 milioni di euro su conti correnti della compagnia aerea low cost catanese con causale “futuro aumento del capitale sociale”. Ad un certo punto (ed esattamente poco prima di lasciare migliaia di passeggeri a terra in piena estate) gli amministratori del vettore aereo, consapevoli della crisi finanziaria della società, hanno restituito alla fiduciaria elvetica un milione di euro che è stato accreditato su un conto svizzero intestato alla Giafar. In un primo momento i pm hanno contestato il reato di bancarotta preferenziale, in quanto avevano ritenuto la fiduciaria svizzera estranea alla Windjet. I successivi approfondimenti investigativi però hanno portato a scoprire che la Giafar era di fatto riconducibile proprio a Pulvirenti, così come il conto corrente.
Una questione molto tecnica quella emersa dalle indagini. La Giafar S.A. è una società fiduciaria svizzera che secondo la ricostruzione della Procura era formalmente amministrata in base ad un patto di fiducia da persone “terze”, che nella realtà erano solo una “copertura” per il vero amministratore che sarebbe stato Pulvirenti. Una scatola vuota insomma. Che in questo tipo di condotte vengono utilizzte per nascondere i soggetti che ci stanno realmente dietro.
Sostanzialmente si scrive Giafar ma si legge Puliverenti. Questa in sintesi la tesi dell’accusa. La “fiduciaria” sarebbe servita per mandare e ricevere soldi ad altre società del gruppo, in questo caso la Windjet, senza che si potesse sospettare che in realtà i fili erano diretti dal Presidente in persona. Insomma il milione di euro restituito dalla WindJet alla Giafar quale rimborso per il finanziamento effettuato sarebbe tornato nei fatti nel patrimonio dell’imprenditore catanese.
Una ricostruzione che – come scrivono gli inquirenti è stata confermata dallo stesso Nino Pulvirenti nel corso dell’interrogatorio di garanzia – ha portato la Procura a contestare nei confronti del presidente, di Stefano Rantuccio (ex Ad di Wj) e Anglo Agatino Vitaliti (membro del Cda di WJ) l’accusa più grave di bancarotta fraudolenta per distrazione.
Il sequestro di un altro milione di euro sul conto corrente di Pulvirenti (già individuato in Svizzera) è stato già eseguito tramite rogatoria internazionale.
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10 Marzo 2016, 09:06