22 Aprile 2013, 16:00
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CATANIA – Arrabbiati, ma soprattutto preoccupati. Stamattina, a protestare davanti la sede regionale Crias di Corso Italia a Catania c’erano gli artigiani, sostenuti dalle sigle Cna, Confartigianato, Upla Claai, Upia Casartigiani, accompagnati da un gruppo di lavoratori che ogni giorno in quegli uffici lavorano in quegli uffici con profitto da molti anni. Dopo il sit in nel “salotto buono” della città, per circa due ore i manifestanti si sono spostati al nono piano della Crias, per un’occupazione simbolica dei locali durata circa due ore. La richiesta? Sempre la stessa da qualche settimana a questa parte: chiudere o accorpare la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane con Ircac e Irfis, significa cancellare un storia di scommesse vinte, salvataggi di aziende, investimenti, che hanno contribuito in maniera decisiva a fare grande l’artigianato in Sicilia. E se nulla dovesse accadere sotto il sole, non è escluso che le prossime settimane vedranno la Crias teatro di proteste più movimentate.
All’iniziativa di oggi erano presenti, tra gli altri, Salvatore Bonura, segretario generale Cna Catania, il presidente della Cna Sebastiano Battiato, il presidente della Confartigianato Antonio Barone, il presidente regionale della Upla Claai Orazio Platania, il segretario regionale della Confartigianato Salvatore Puglisi, il segretario regionale della Cna Mario Filippello, il coordinatore regionale Casartigiani Michele Marchese, il presidente Sebastiano Molino e la segretaria provinciale Cetti Grasso, di Upia Casartigiani. “Il Governo regionale ha già stralciato dalla Finanziaria l’ipotesi di accorpamento della Crias con Ircac e Irfis, e questa è certamente una prima risposta positiva alla nostra battaglia, ma l’intenzione di attuare questo “strappo” è comunque molto forte. Per questo vogliamo essere convocati e presto”, sottolinea Bonura, che a nome di tutte le sigle artigiane chiede ancora una volta “l’annullamento di tutto l’iter”, e già mercoledì una protesta analoga a quella tenutasi oggi a Catania, si terrà a Palermo.
“Sarà un’occasione per farci sentire di nuovo. Il Governo intende comunque procedere, seppure ragionando con noi. Gli artigiani non sono pregiudizievolmente contro le riforme del credito, ma non in questo momento. Non in tempo di crisi”. Per Puglisi, “lo stralcio dalla finanziaria è già stato un risultato. Ora ci aspettiamo di essere ascoltati, anche perché un’operazione de genere, se attuata, andrebbe contro il trend europeo”. Le 82 mila imprese artigiane siciliane si ritrovano a dover fare i conti con troppe chiusure (circa il 5%) negli ultimi due anni. “La Crias ha una sua peculiarità che finora ha garantito migliaia di piccole e medie imprese, proprio per il suo sistema di erogazione del credito, che garantisce una certa elasticità sulla base delle regole stabilite dalla Regione”. Per Marchese, “tutte le province siciliane sono in difficoltà nel settore artigiano, ma forse soffrono di più quelle che prima stavano meglio, coma ad esempio Ragusa. Eppure è oltre un anno che la Crias è senza consiglio di amministrazione. Se l’avesse avuto, siamo certi che non ci saremmo trovati in questa situazione. Eppure non è per nulla un ente di sprechi, i consiglieri di amministrazione costano pochissimo, e per quanto ci riguarda, in futuro siamo anche disposti a lavorare per conto delle nostre sigle a costo zero”.
Cosa succederà all’indomani della chiusura della Crias? “Il tracollo del settore, ne siamo certi. Un sistema di credito che funziona può solo far bene a chi erca di tenere in vita le imprese. Senza di esso, ci sarà poco da sperare”. La Crias è l’ente preposto a gestire e ad erogare il credito agevolato alle imprese artigiane siciliane. Istituita nel 1953, ha iniziato ad operare nel 1957. dal ’57 al 31/12/2012 ha istruito 630.000 pratiche di esercizio – medio termine – scorte per un importo complessivo pari a 3.450.000.000,00 di euro. Al solo credito di esercizio, che da sempre è stata la misura più appetibile, sono andati 2.750.000.000. Oggi la Crias non si rivolge solo alle imprese artigiane ma anche a quelle agricole ed alle imprese di autotrasporto. Ha gestito la sottomisura 4.01.b del POR Sicilia 2000-2006 erogando oltre 110.000.000,00 euro. L’ente è stato chiamato ad assumere la funzione di organismo intermedio per la gestione dei bandi a valere sul PO Fesr 2007-2013, gestendo a tal proposito la linea di intervento 3.3.3.1.4 la cui graduatoria è stata già approvata con un impegno finanziario di oltre 125.000.000,00.
La Crias ha dunque sostenuto le imprese artigiane concedendo finanziamenti ad un tasso di interesse concorrenziale: al momento è dell’1,30%.Infine, secondo gli artigiani, non si può prescindere da un piano straordinario di investimenti per il lavoro, dallo snellimento di tutte le procedure burocratiche, da un’azione che faciliti l’accesso al credito ordinario e che implementi quello agevolato, fiscalità di vantaggio per il settore manifatturiero, stimolare investimenti esteri, iniziative finalizzate alla lotta reale contro l’abusivismo.
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22 Aprile 2013, 16:00