Crisi, Agrigento in ginocchio | E c’è chi impegna le fedi nuziali

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09 Gennaio 2013, 18:20

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AGRIGENTO – Se l’anno che è appena trascorso è stato difficile, il 2013 appare tragico per l’economia agrigentina: il 52% circa delle famiglie stenta a pagare le spese correnti nonché rate di mutui e prestiti alle banche e alle finanziarie. La situazione peggiora passando alle imprese, ormai al collasso a causa della crisi e della morsa restrittiva operata dagli istituti di credito, che non danno respiro a chi è in difficoltà.

E’ quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio economico della Fiba Cisl di Agrigento, il cui responsabile, Gabriele Urzì, lancia un allarme perché la situazione è veramente tragica.

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“Le sofferenze bancarie in provincia – afferma Urzì – a fine novembre 2012 confermano un inarrestabile trend di crescita, segnando rispetto allo stesso periodo del 2011 un + 18 % circa. Per quanto riguarda le sofferenze al netto delle svalutazioni sempre a novembre 2012, registrano un aumento del 23,6%. La crisi quest’anno farà sentire in maniera più netta i suoi effetti devastanti. Non è una crisi ciclica come erroneamente pensava qualcuno. Occorre che si interrompa questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione e sostenere la ripresa dei consumi per rilanciare l’economia”.

“Le banche peraltro – continua Urzì – operando una politica difensiva, soffocano ancora di più l’economia adottando standard di monitoraggio e di recupero dei crediti assolutamente aberranti. Basti pensare che spesso gli istituti di credito, dopo avere riscattato le ipoteche non partecipano alle aste immobiliari perché il mercato è fermo. L’unico settore del credito in espansione paradossalmente è il credito su pegno, che ha visto, purtroppo, aumentare i pegni e i riscatti delle polizze di ben il 40%. Inutile chiedersi perché”. Se da un lato questo tipo di finanziamento evita che chi ha bisogno finisca, come spesso accade, nelle mani degli usurai o di gente senza scrupoli, dall’altra é il segno chiaro di una crisi sempre più soffocante. E capita sempre più spesso di vedere, conclude Urzí, “chi impegna persino le fedi nuziali””.

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09 Gennaio 2013, 18:20

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