Il governo tedesco si è accordato sull’introduzione di un freno al prezzo del gas. L’esecutivo Scholz prevede un pacchetto di aiuti di 150-200 miliardi di euro mentre i danni al gasdotto Nord Stream lasciano poche speranze di una ripresa dei flussi russi in inverno.
Dopo l’annuncio di Berlino, il prezzo del gas europeo scivola sui minimi di seduta (-10% a 186,5 euro). Le misure servono anche a contrastare il dato dell’inflazione tedesca salita al 10% a settembre, quota record dal 1950. Un livello che provoca un forte calo dei listini europei.
Piazza Affari amplia le perdite al 2% mentre il rendimento dei Btp s’impenna al 4,704%, in rialzo di quasi 20 punti base, lo spread sale a 243 punti base. Perdono terreno anche Londra che cede l’1,2%, Parigi e Francoforte che arretrano dell’1,4%
Ancora non riesco a capire come funzioni l’Unione Europea nel senso che Francia e Germania in economia possono fare tutto ciò che vogliono senza chiedere permesso agli altri come ad esempio nazionalizzare grandi aziende private, l’ultimo caso la Germania che ha nazionalizzato il colosso del gas Uniper principale importatore di gas russo e con azionisti privati per giunta stranieri, mentre l’Italia al contrario deve timidamente chiedere permesso a Bruxelles anche per la sola idea di volere non tanto nazionalizzare un qualcosa ma anche esprimere un parere politico sul funzionamento di una azienda che magari vuole licenziare dipendenti in uno stabilimento italiano. Di sicuro è una UE con figli e figliastri.