02 Ottobre 2008, 16:15
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La questione Alitalia potrebbe avere pesanti conseguenze sulla sorte di 1600 lavoratori siciliani dell’Alicos, il call center che ha sede a Palermo e di cui la compagnia aerea possiede il 40% delle quote. Se, infatti, l’Alitalia non salderà entro il 15 ottobre un debito che oscilla tra i 5 e i 9 milioni di euro (sia dai vertici dell’Alitalia che da quelli dell’Alicos non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al debito) risalente alla gestione pre-commissariale, il call center di via Libertà rischia di chiudere i battenti e di mandare sul lastrico 1600 famiglie.
Una delegazione dello staff tecnico dell’Alicos (non di tutti i dipendenti) ieri ha incontrato i vertici aziendali: nella riunione hanno parlato della crisi di liquidità derivante dal mancato saldo del debito ma non è stata ancora data a tutti i lavoratori una comunicazione ufficiale sulla linea che l’azienda intende seguire nella vicenda. “È assurdo che i lavoratori – la gran parte con questo stipendio ha contratto un mutuo per la casa e sostenta la propria famiglia – non abbiano ancora avuto una nota ufficiale in cui è spiegato che fine faranno”, dice Rosalba Vella, rappresentante Slc-Cgil dell’Alicos. Dopo l’incontro tra azienda e lo staff tecnico di ieri è emerso che l’Alicos non ha liquidità per pagare gli stipendi ai dipendenti se non per il mese di settembre, mentre già problemi ci sarebbero per ottobre e novembre, ma come sottolinea la Vella: “Niente di ufficiale ancora è stato comunicato e questo crea panico tra i lavoratori”. È intervenuto sulla questione anche il segretario generale della Cgil siciliana: “La sede del call center della nuova Alitalia dovrà restare a Palermo. La Sicilia non può certo permettersi infatti di perdere 1600 posti di lavoro e su questo il sindacato è pronto a dare battaglia. Chiediamo che la compagnia aerea italiana chiarisca quanto prima e confermi il rapporto con l’Alicos”. Da ieri i lavoratori del call center hanno proclamato lo stato di agitazione che, secondo fonti sindacali, potrebbe sfociare in uno sciopero nei prossimi giorni e in altre forme legali di protesta per sensibilizzare la cittadinanza su un rischio così grave. “Sindacati e lavoratori – ha detto Tripi – chiedono l’apertura di un tavolo di trattative per sciogliere il nodo dell’incertezza che grava sul call center, che essendo al di fuori del perimetro aziendale non è stato incluso nel negoziato che ha portato agli ultimi accordi. Nelle passate settimane abbiamo già sollevato il problema cercando di non creare interferenze con la delicata vertenza aperta. Ora è arrivato il momento di aprire il capitolo Alicos”. Oggi è prevista la riunione del consiglio di amministrazione dell’Alicos. Solo dopo sarà convocata un’assemblea per comunicare a rappresentanti sindacali dei dipendenti qual è la situazione reale e come intende agire l’azienda per fare in modo che la nuova Alitalia confermi la propria commessa per il call center palermitano.
di Junio Tumbarello
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02 Ottobre 2008, 16:15