14 Settembre 2013, 13:15
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Nell’affaire del rimpasto tra il Partito Democratico e il presidente della Regione Rosario Crocetta, si è inserito anche l’ex governatore Angelo Capodicasa. Il deputato agrigentino in quota Pd aveva affidato il suo pensiero al quotidiano “La Repubblica”, definendo “poco preparati” gli assessori dell’attuale giunta. Ma Crocetta non ci sta e, oggi, prende carta e penna per replicare alle critiche di Capodicasa.
“Apprendo dalla stampa – scrive il presidente della Regione – che l’on Capodicasa proporrebbe come modello per il governo regionale il governo da lui presieduto che aveva in giunta assessori di grandissimo spessore. Nulla da dire per carità su alcuni tra quegli assessori, ma voglio ricordare all’on Capodicasa che quel metodo lottizzatorio della politica ha contribuito alla presenza in giunta dell’on Cuffaro. Che l’on Capodicasa dopo tanto non si sia accorto autocriticamente neppure della conseguenze dell’applicazione acritica di quel metodo, mi pare singolare e testimonianza di un sistema politico che non intende prender atto del cambiamento del mondo”.
“Il partito democratico – prosegue Crocetta – può modificare e ha tutto il diritto di proporre assessori che vuole, che vanno discussi pero’ col presidente della Regione poiché la responsabilità degli atti non e’ individuale ma collegiale. A condizione, come avevo già detto precedentemente, che non ci sia un rimpasto generalizzato, in una fase delicata della vita economica, sociale della regione e che in nome del metodo che loro invocano non si incrementi il numero di assessori concordati un anno fa, con il Pd. Al mio partito chiedo un atto di responsabilità complessiva, che guardi agli interessi del partito ma soprattutto della Sicilia, in un confronto positivo e permanente, senza atti di forza. Nessuno si oppone all’ingresso di politici nel governo, ma si chiede loro, per esercitare al massimo le proprie indubbie capacita’, di scegliere l’impegno totale nell’attività di governo, senza se e senza ma e senza creare pretestuosi scontri, facendo apparire il presidente come un antipolitico in scontro col Pd”.
“Non ho scontri – conclude il governatore – né con politica né con il Partito democratico, ma soltanto punti di vista diversi rispetto a un metodo di governo che non può richiedere un impegno part time, tenendo conto, ovviamente, che qualsiasi coalizione può decidere anche di cambiare in qualsiasi momento la propria rappresentanza dentro il governo, concordando col presidente nomi, tempi e metodi. Altrimenti ci troviamo di fronte soltanto alla logica dell’occupazione del potere e alla delegittimazione del presidente”.
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14 Settembre 2013, 13:15