Crocetta: “Fiat resti a Termini | e io troverò i finanziatori” - Live Sicilia

Crocetta: “Fiat resti a Termini | e io troverò i finanziatori”

Rosario Crocetta

Il governo pensa a un fondo di investimento della Regione alimentato anche con capitali stranieri e in un rapporto di partenariato con la Fiat. Tra i partner finanziari coinvolti nel progetto di rilancio potrebbero esserci il Qatar e la Repubblica dell'Azerbaigian.

PARLA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
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PALERMO – “La Fiat resti a Termini Imerese. I finanziatori li trovo io”. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, oggi, conversando con i cronisti a Palazzo d’Orléans, ha annunciato di aver elaborato una idea per rilanciare lo stabilimento del Palermitano: “Ieri ne ho parlato con un rappresentate dell’azienda, ma non faccio il nome – ha detto –. Se ci presentano un progetto produttivo, io trovo i finanziatori grazie alla rete di rapporti internazionali avviati e in corso”. Il governo pensa a un fondo di investimento della Regione alimentato anche con capitali stranieri e in un rapporto di partenariato con la Fiat, ha spiegato il governatore della Sicilia. “La palla adesso passa alla Fiat – sottolinea Crocetta – Ma se non è disponibile deve dirlo e consentire ad altri di investire”.

Tra i partner finanziari coinvolti nel progetto di rilancio potrebbero esserci il Qatar e la Repubblica dell’Azerbaigian. A parlare dell’Azerbaigian è stato proprio Crocetta, annunciando una visita nell’area industriale dell’ambasciatore del Paese del Caucaso, Vaquif Sadiqov che Crocetta ha già incontrato 4 giorni fa a Palermo.

“È chiaro che una riapertura del rapporto con Fiat – afferma Roberto Mastosimone, segretario della Fiom di Palermo – sia, a questo punto, la soluzione migliore. Non a caso, in occasione dell’ultimo incontro avevamo sollecitato Crocetta a muoversi proprio in questa direzione. Per questo non posso che augurarmi che dalle parole si passi ai fatti e che, nei prossimi giorni, ci sia un coinvolgimento immediato dei lavoratori, così da poter dare delle risposte concrete al dramma che continuano a vivere 1.500 famiglie”.

Il fatto certo infatti al momento è solo uno: la scadenza della cassa integrazione il prossimo 31 dicembre. Il resto, rientra nella mole di trattative annunciate poi smentite, di parole e voci a cui gli operai, ormai, non credono più.


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