Crocetta fra passato e futuro | Di presente non se ne parla

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14 Luglio 2013, 06:00

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PALERMO – Fra l’altro, Rosario Crocetta è un grande comunicatore. Lo è per le cose che dice. Ma anche per le strategie che adopera dicendole. Entrambe, cose e strategie, assolutamente originali, idiosincratiche, tipiche sue. Ecco dunque un modello per possibili comunicatori futuri. Dentro e fuori il Palazzo.

La cosa che più colpisce, al di là delle pose e dei toni, di cui s’è già a lungo parlato, è il suo uso dei tempi verbali. Nei suoi discorsi e nelle sue dichiarazioni Crocetta usa sempre il passato o il futuro. Mai il presente. Cosa che per un uomo politico, che del presente dovrebbe principalmente occuparsi, è straordinario.

Poniamo che si scoperchi l’ennesimo scandalo alla Regione siciliana (di cui egli è, sino a prova contraria, il Grande Capo). E lui sbotta: “Era una situazione insostenibile, niente rispetto a quello che verrà fuori”. Domanda: “E oggi?”. Mettiamo che qualcuno gli chieda qual è il suo programma in merito ai fondi europei da gestire alla svelta. E lui risponde: “I miei predecessori hanno fatto il gioco sporco. Non durerà per sempre”. Curiosità: nel frattempo? E potremmo continuare.

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Ma l’avete ormai capito, lo schema è costantemente lo stesso: da una parte l’evocazione di quanto il mondo era cattivo prima del suo arrivo, dall’altra la perorazione per un mondo bellissimo di cui si prospettano gli scenari venturi. Quel che manca è ciò che ci sta in mezzo, che viene sistematicamente schivato, superato o rinviato, verso il prima o verso il poi.

Benedetto Croce, grande pensatore, sosteneva con dovizia di motivazioni filosofiche che il tempo è soggettivo. E il tempo gli ha dato ragione. Che Crocetta abbia capito la lezione?

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14 Luglio 2013, 06:00

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