Assessorato vuoto dopo la cacciata | Formazione, il tilt delle rotazioni

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10 Ottobre 2014, 08:00

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PALERMO – E adesso il governo si accorge che all’assessorato della Formazione il personale non basta. Adesso, solo adesso si accorge che la maxirotazione vouta dal presidente della Regione Crocetta pochi mesi dopo il proprio insediamento ha portato più problemi che benefici. Anzi, per usare le parole del neo dirigente generale Gianni Silvia, quel megatrasferimento ha provocato “un danno sul buon andamento dell’azione amministrativa”.

E dire che quella maxirotazione era stata indicata come uno dei primi effetti della rivoluzione. Del cambiamento. Della rottura. Via i funzionari che fino ad allora avevano gestito le pratiche di quel settore. E con essi, in qualche caso, nell’idea del governo, via anche un po’ di conflitti di interesse e posizioni ambigue. Già. Peccato però che dopo la deportazione dei dipendenti, non sia arrivato nessuno al loro posto. Lasciando il dipartimento sottodimensionato, indebolito. E lo sanno bene i tanti lavoratori che a più riprese hanno chiesto notizie sugli stipendi arretrati. Stipendi che non arrivavano anche, stando alle giustificazioni provenienti dal dipartimento, per “carenza di personale”.

Era il gennaio del 2013, quando alla Regione si avvertì il primo vero “terremoto”. Il presidente Crocetta con l’assessore Scilabra decidono di trasferire il personale dell’assessorato alla Formazione (una sessantina di persone) ad altri dipartimenti. Il provvedimento arriva dopo le denunce del governatore e dell’assessore sulla gestione dei fondi della Regione, finiti in conti personali di alcuni dipendenti. Le inchieste coinvolgono anche alcuni enti di formazione che avrebbero utilizzato risorse destinate a pagare i corsisti per altri scopi. “Con questo provvedimento – commentava allora Crocetta – si mette fine ad una gestione consolidata, nel settore formazione che ha coinvolto l’assessorato, in questi anni, in una serie infinita di scandali”. Sarà. Di certo c’è che con quel provvedimento il presidente della Regione ha praticamente immobilizzato un dipartimento impegnato in tante operazione delicatissime. Oltre a quelle riguardanti i rendiconti sui Fondi europei anche quelle relative all’emissione dei mandati di pagamento nei confronti dei lavoratori.

Ovviamente non è la rotazione in sé a creare il danno. Quanto il fatto che a quella rotazione non sia seguita alcuna sostituzione del personale. Quei posti, insomma, sono rimasti vuoti. E incassato il plauso (anche il nostro, in quei giorni) per un provvedimento che appariva utile, il governatore non ha, come dire, completato l’opera. E ha finito per lasciare gli uffici sguarniti.

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A dirlo, adesso, è, paradosso nel paradosso, lo stesso Crocetta. Con una delibera di giunta che porta la sua firma e che potrebbe persino suonare come un mea culpa. Una delibera che si fonda anche sui primi atti del nuovo dirigente generale Gianni Silvia. Che ammette: qua siamo davvero in pochi. “Lo scrivente – fa sapere Silvia all’assessore Scilabra con una nota del 16 settembre scorso – ha operato una ricognizione della dotazione di personale dell’intero dipartimento. All’esito della stessa, è emerso che a far data dal primo gennaio 2013 lo scrivente dipartimento ha visto ridotte in modo significativo le unità di personale allo stesso assegnate”.

Nel gennaio del 2013, era già in carica, da qualche mese, il governo Crocetta. È lui a volere quelle rotazioni. “In particolare – prosegue Silvia – sono venute meno 94 unità di personale, trasferite presso altro ramo dell’Amministrazione, senza che al contempo si sia provveduto a reintegrare la struttura delle qualifiche venute meno per effetto di detti trasferimenti”. Il passaggio, ovviamente, tira in causa più o meno implicitamente, l’ex dirigente generale Corsello che non avrebbe “rimpiazzato” i funzionari trasferiti dal presidente.

Ma quelle rotazioni hanno danneggiato l’assessorato. E Silvia non gira troppo attorno alla questione: “Il maggior danno sul buon andamento dell’azione amministrativa è stato determinato dalla perdita di figure di alto profilo”. Questo passaggio nella lettera di Silvia, si tinge un po’ di giallo. Nella delibera di giunta che si basa anche su questo documento, le parole del dirigente vengono meglio specificate. “La frase – si legge nella delibera – è da intendersi ‘la maggiore difficoltà di perseguire il buon andamento dell’azione amministrativa”. Si sa, parlare di “danno” quando si ha a che fare con l’Erario non è mai troppo conveniente.

Ma la “carenza organica” dovuta ai trasferimenti, prosegue Silvia, “ha comportato numerose segnalazioni da parte dei vari dirigenti di servizio di questo dipartimento, i quali hanno lamentato l’impossibilità, in più occasioni, di raggiungere gli obiettivi specifici della struttura intermedia ai medesimi assegnata”. Inutili gli atti di interpello in passato emanati dall’amministrazione. La scelta delle rotazioni ha finito per rappresentare un autogol. Nessun funzionario ha risposto alla chiamata dell’assessorato. “Appare di tutta evidenza – scrive Silvia – come il personale incardinato presso questa struttura dipartimentale sia fortemente sottodimensionato”. Da qui, la richiesta, contenuta nella delibera di giunta del 7 ottobre scorso, al dirigente generale della Funzione pubblica Luciana Giammanco di “porre in essere le iniziative ritenute utili, nel rispetto delle disposizioni contrattuali, al fine di individuare le risorse umane per far fronte alle esigenze lavorative del dipartimento”. La dirigente, insomma, provi a mettere una pezza sui danni (già, i danni) creati dalle “rivoluzionarie” rotazioni del presidente Crocetta.

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10 Ottobre 2014, 08:00

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