29 Giugno 2015, 18:15
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PALERMO – Nelle carte dell’inchiesta, costata gli arresti domiciliari a Matteo Tutino, si parla pure di un intervento chirurgico a cui doveva essere sottoposto il presidente della Regione Rosario Crocetta. Un intervento che, però, secondo un testimone, sarebbe stato bloccato.
Il 14 aprile 2014 i pubblici ministeri raccolgono la testimonianza di Antonio Iacono, medico di Villa Sofia e responsabile del “Blocco operativo” e del “Trauma center” dell’ospedale palermitano. Ai pm racconta che tra febbraio e marzo 2013, durante l’assenza per malattia di Dario Sajeva, direttore facente funzioni dell’Unità di Chirurgia plastica, “Tutino si impossessò arbitrariamente della stanza del facente funzione Sajeva che, contestualmente, venne anche rimosso dall’incarico e sostituito da Mazzarese (Damiano Mazzarese dirigente del dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda ospedaliera ndr) nella copertura del posto di direttore ad interim della Chirurgia plastica”.
Ed ancora: “Durante la reggenza di Mazzarese cominciarono ad affiorare sospetti su taluni interventi effettuati dal dottore Tutino, presumibilmente di natura estetica. In particolare si trattava di interventi di liposuzione effettuati da Tutino con l’apparecchio Bodyjet, sovente a beneficio di soggetti dediti ad attività di sollevamento pesi e pratiche affini”. Si tratta del cuore della ricostruzione dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione: interventi di chirurgia estetica sarebbero stati spacciati per funzionali e necessari per la salute dei pazienti in modo da aggirare i limiti imposti dal servizio sanitario nazionale. In questa maniera Tutino avrebbe potuto utilizzare strumenti e personale dell’ospedale pubblico per eseguire l’attività professionale privata.
Tra gli interventi citati nell’ordinanza di custodia cautelare – ne parla sempre Iacono – ce n’è uno in cui fa capolino il nome del governatore: “Anche il presidente Crocetta era stato inserito da Tutino per un intervento in ospedale, ciò accadeva tra marzo e aprile dello scorso anno e si sarebbe dovuto effettuare di domenica”. Non entriamo nel merito della tipologia di intervento ma, secondo Iacono, si sarebbe trattato di un intervento di chirurgia estetica. Solo che, prosegue la sua testimonianza, “si sarebbe dovuta inserire in cartella la diagnosi di obesità allo scopo di fare apparire l’intervento come funzionale. La dottoressa Martorana (si tratta del direttore sanitario Maria Concetta Martorana, anche lei sotto inchiesta ndr) avrebbe dovuto poi avvalorare la diagnosi di obesità proposta da Tutino”.
Le cose sarebbero andare in maniera diversa: “Io, tuttavia, appresa la cosa in ambito operatorio, qualche giorno prima dell’esecuzione andai da Sampieri per segnalare la pericolosità della cosa e i problemi che ne sarebbero potuti scaturire. All’esito della mia segnalazione, l’intervento fu bloccato ma non so chi nello specifico si determinò per bloccarlo”. Sul punto gli investigatori non hanno potuto fare chiarezza. L’intervento, però, almeno così hanno accertato, alla fine sarebbe stato eseguito in una struttura privata.
La nota di Villa Sofia
“La Direzione aziendale di Villa Sofia Cervello ha disposto la sospensione del dr. Matteo Tutino, Responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia Plastica e Maxillo Facciale di Villa Sofia, sottoposto stamane dalla Procura della Repubblica di Palermo a una misura cautelare che è stata notificata ai vertici aziendali. La responsabilità dell’Unità operativa è stata affidata ad interim al Direttore del Dipartimento di Chirurgia dr. Giuseppe Termine, per assicurare la continuità assistenziale”.
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29 Giugno 2015, 18:15