Crocetta: Zingale fuori dalle regole | Ardizzone: “L’Ars andrà avanti”

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27 Luglio 2017, 12:27

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PALERMO – Una vera e propria “crisi” istituzionale. Il braccio di ferro tra la Procura della Corte dei conti e la Sezione di controllo adesso coinvolge anche governo e parlamento. L’intervista al Procuratore generale d’Appello Pino Zingale pubblicata oggi da Live Sicilia allunga nuove, scurissime ombre sul bilancio regionale. E la decisione di impugnare di fronte alle Sezioni riunite romane la deliberazione con cui è stato di fatto concesso il via libera al rendiconto, oltre a essere un caso senza precedenti, apre ad altre delicatissime questioni e a nuove polemiche.

Intanto, alle parole del magistrato contabile ha risposto, con toni durissimi, il presidente della Regione Crocetta: “Non ho commentato – ha detto – le affermazioni del procuratore Zingale fino a quando tali affermazioni sono state fatte all’interno del procedimento di parifica del Rendiconto della Regione siciliana della Corte dei conti. Non posso però esimermi dal far notare che queste affermazioni vengono fatte attraverso interviste ai giornali o attraverso una più inconsueta lettera al Parlamento. Le affermazioni di Zingale – prosegue il governatore – soprattutto quelle fatte all’Ars acquistano una venatura politica finalizzata a influenzare le decisioni del Parlamento. Se il procuratore Zingale vuole ricorrere intanto non lo può fare adesso perché non sono ancora state depositate le motivazioni della Corte dei conti sulla parifica, né sulla base delle sue convinzioni cioè quella di un giudizio personale e non della Corte”.

Crocetta ha poi annunciato anche la preparazione da parte della giunta regionale di un documento, dopo la decisione del Procuratore generale d’appello di ricorrere contro il giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione siciliana per il 2016. “La parifica c’è stata – aggiunge Crocetta – e quindi il Parlamento non ha alcuna motivazione per non approvare il rendiconto generale. Nello Stato di diritto esiste il principio della certezza delle sentenze. In questo momento il Parlamento si trova di fronte a un bilancio parificato – sottolinea – che non può non votare. Il principio della certezza delle sentenze vale anche nei confronti dello stesso Pm che ha solo una possibilità accettare la sentenza e ricorrere un’altra in altre sedi – dice ancora Crocetta – ma non può, senza travalicare i propri compiti e competenze, cercare di esercitare un’influenza nei confronti dei parlamentari per causare sul piano politico ciò che lo stesso Pm non è riuscito ad ottenere sul piano giudiziario”.

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Insomma, Crocetta accusa il Procuratore di avere espresso pareri di natura essenzialmente politica. “L’azione di scrivere al Parlamento – dice Crocetta – è un’inaccettabile azione politica e non giudiziaria – prosegue il governatore -. Se Zingale vuole fare ricorso lo faccia nelle forme previste dalla legge. L’azione oggettivamente invece di chiarire rischia di non chiarire la situazione del bilancio regionale ma di provocare il dissesto. Azione che non sarebbe fatta contro l’attuale governo ma anche contro il futuro governo regionale quindi contro la regione. Sulla base di un tale dissesto, la Regione potrebbe essere commissariata, vanificando anche le prossime elezioni regionali. Il Parlamento deve manifestare l’orgoglio e l’unità per difendere la Sicilia. L’Ars oggi può votare il consuntivo perché è stato parificato con una sentenza che dà certezza di diritto alla decisione legislativa. Il resto – conclude Crocetta, che annuncia un documento dettagliato che la giunta sta predisponendo – rientra nel mondo legittimo delle opinioni che nel caso dei magistrati andrebbero espresse nelle aule dei tribunali”.

E l’Ars, sull’eventuale approvazione del rendiconto si è già espressa attraverso le parole della massima carica: “L’approvazione del rendiconto – dice infatti il presidente Giovanni Ardizzone – costituisce un momento particolarmente importante e delicato dell’intera procedura di bilancio che si snoda durante l’anno attraverso l’approvazione di diversi documenti contabili. Tale importanza è dimostrata dal fatto che a essere coinvolti sono non soltanto il Governo della Regione, per la predisposizione del relativo disegno di legge, e l’Assemblea regionale, per l’esame e l’approvazione dello stesso, ma anche la Corte dei Conti in sede di controllo chiamata ad esaminare il rendiconto e a pronunciarsi sulla sua regolarità (cosiddetta parificazione). Ci troviamo, oggi – prosegue – in una fase del procedimento in cui la Corte dei Conti in sede di controllo ha esaurito il proprio ruolo, parificando il rendiconto per l’esercizio finanziario 2016, a seguito dei chiarimenti forniti dal Governo in sede di supplemento istruttorio richiesto dalla stessa Corte. Il Governo ha, quindi, presentato all’Assemblea il relativo disegno di legge di rendiconto e quello conseguente di assestamento di bilancio, anche per tenere conto delle osservazioni emerse in sede di giudizio di parifica. L’Assemblea regionale è pertanto tenuta, in base alle competenze attribuitele dallo Statuto, all’esame e conseguente votazione del rendiconto e dell’assestamento. In qualità di presidente di questa Assemblea, sono pertanto chiamato a garantire che la stessa eserciti il proprio ruolo istituzionale, nel rispetto delle prerogative di tutti gli organi coinvolti in tale delicato procedimento legislativo”. L’Ars va avanti, insomma. Nonostante gli allarmi del Procuratore, nonostante quel ricorso, destinato a finire nel cestino.

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27 Luglio 2017, 12:27

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