09 Aprile 2015, 17:18
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CATANIA. Si aprirà il 30 marzo del 2016 il processo scaturito dall’inchiesta della Procura di Catania sul crollo, nel giugno del 2013, del solarium sul lungomare di Torre Archirafi a Riposto. Ieri il Gup di Catania Gaetana Bernabò, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati, come richiesto dal pubblico ministero. Dovranno rispondere di disastro colposo e lesioni personali Orazio Di Maria, funzionario dell’ufficio tecnico comunale di Riposto, Sebastiano Sorbello, rappresentante legale dell’associazione “Roca de Mar”, Giovanni Sorbello, gestore della piattaforma crollata, Salvatore Bonaccorso, direttore dei lavori, e Rosario Grasso, l’esecutore materiale della piattaforma.
LE DIFESE. I legali del collegio difensivo, composto da Laura Brischetto, Giuseppe Testa, Enzo Iofrida, Ernesto Pino, Cristoforo Alessi e Rosario Grassi, avevano chiesto una sentenza di non luogo a procedere. A discutere ieri mattina Cristoforo Alessi, difensore di fiducia di Salvatore Bonaccorso, che ha sostenuto in aula l’estraneità del proprio assistito rispetto ai fatti contestati. Per il legale l’imputato avrebbe redato solo l’elaborato grafico della piattaforma e non il progetto che richiede calcoli statici. Bonaccorso non sarebbe mai stato indicato come direttore dei lavori, lo proverebbe la comunicazione di inizio degli stessi. Le carte, ha detto Alessi, dimostrerebbero che all’imputato non era stato conferito nemmeno l’incarico di progettista.
Corretto per i legali di Orazio Di Maria, Laura Brischetto e Giuseppe Testa, l’iter amministrativo seguito dal funzionario comunale. Secondo quanto previsto dal capitolato d’oneri per l’affidamento in concessione delle piattaforme la realizzazione sarebbe dovuta avvenire tra il 15 e il 30 giugno. Ma il solarium viene inaugurato il 23 giugno senza che, sostengono i legali, fosse mai pervenuta la comunicazione di fine lavori al comune di Riposto. Orazio Di Maria, responsabile unico del procedimento, non avrebbe quindi potuto, per i difensori di fiducia, provvedere al collaudo né tantomeno essere al corrente che quella notte la struttura sarebbe stata inaugurata.
LE REAZIONI. “Il mio assistito, imprenditore, si è rivolto ad un’impresa e ad un direttore dei lavori – ha dichiarato Enzo Iofrida – e ha pure ceduto la gestione della piattaforma a terzi. Senza contare che c’era un organo di vigilanza, il comune di Riposto. Cosa avrebbe potuto fare di più?”. “Il giudice ha ritenuto sussistere gli elementi per il rinvio a giudizio – ha detto Cristoforo Alessi – Ma è tutta da provare la responsabilità del geometra Bonaccorso, che ha eseguito solo gli elaborati e non il progetto statico”.
LE PARTI CIVILI. Sono 17 le persone rimaste ferite durante l’inaugurazione del solarium, costituitesi parte civile nel processo. Fallito nelle scorse settimane il tentativo di chiudere un accordo sulle richieste di risarcimento del danno. I legali delle persone offese potrebbero chiedere la citazione del comune di Riposto quale responsabile civile.
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09 Aprile 2015, 17:18