Cronaca

Crollo via Castromarino, gli sfollati: “Due anni di inferno” VIDEO

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20 Gennaio 2022, 15:38

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A due anni di distanza dal crollo in via Castromarino – durante i lavori di scavo per il tunnel della Metropolitana – protestano ancora le famiglie escluse dalla compravendita, di una parte del palazzo parzialmente collassato, dell’immobile da parte della CMC, ditta questa, che ha eseguito i lavori di scavo.

Oriana Pappalardo è la portavoce delle famiglie di via Castromarino: “Per il secondo anno consecutivo, le feste natalizie appena trascorse sono state sofferenti e disperate per noi. Otto famiglie di Via Castromarino e via Plebiscito, escluse arbitrariamente dal risarcimento per il crollo del palazzo avvenuto due anni fa. Mentre tutto il mondo lotta contro la pandemia da Covid 19, per noi continuano disagi inimmaginabili e difficoltà giornaliere che hanno trasformato la nostra vita e quella dei nostri cari in un inferno – dice – e nessuno ha veramente compreso quanto sia drammatico perdere la propria casa”

Non si tratta solo di un bene materiale di primaria importanza, ma del nido, del rifugio, del locus amoenus dove ogni individuo trova serenità, stabilità e conforto ed è l’unico vero punto di riferimento che voi tutti avete avuto durante la pandemia, che a noi invece, con violenza e crudeltà, ci è stato negato nel giro di una notte”.

La sera tra il 19/01/2020 e il 20/01/2020 l’edificio sito in via Castromarino ai civici 1/3/5/9/11 ad angolo con via Plebiscito 833 ha un collasso strutturale parziale.

Nell’immediatezza del parziale crollo il P.M. Andrea Norzi sequestra l’area interessata dal crollo e il cantiere sottostante.

Il 28/01/2020 il P.M. nomina un consulente di parte l’ingegnere Giuseppe Canetta per indagare “sulle cause del crollo di alcuni edifici di via Plebiscito e via Castromarino”.

Il primo elaborato, consegnato il 10/02/2020, dell’ingegnere Giuseppe Canetta recita;

“una situazione di grave dissesto e precaria stabilità per gli edifici di via Castromarino 11 (porzione a est della scala condominiale) e dei sottostanti civici 3/5/7/9, via Lago di Nicito 1 e via Plebiscito 831A/833 in coseguenza dello sprofondamento  del cortile interno e conseguente crollo parziale delle strutture murarie.

Gli altri immobili, continua la relazione, specificatamente in via Fiorentino 12, via Castromarino 13/a-b-c-d, via Castromarino 11, scala condominiale e soprastanti, nella porzione ovest, dei civici 13/a-b-c-d  e via Plebiscito 827, 829 e 831 non hanno subito conseguenze dal crollo del 19/20 gennaio e si trovano, quindi, nelle condizioni di sicurezza precedenti al crollo”.

Ma il giorno 17 febbraio 2020 l’ingegnere Giusepoe Canetta deposita un altro elaborato con dicitura iniziale “relazione sullo scavo della galleria mediante TBM in esame alla documentazione acquisita agli atti”.

Una indagine volta alle “condizioni per il dissequestro del cantiere e la regolare ripresa dei lavori nell’urgenza di ridare al cantiere una situazione di stabilità e sicurezza…”.

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Interviene l’avvocato Giuseppe Lipera: “L’urgenza della Procura etnea, quindi, sarebbe stata quella di restituire il cantiere all’appaltatore”.

La CMC deposita un ricorso per accertamento tecnico preventivo al Tribunale Civile, il Giudice è Massimo Escer, diretto a verificare la situazione dei luoghi e in particolare dell’edificio di via Castromarino 3.

Il consulente tecnico è l’ingegnere Giancarlo Messina e che recita;

“tenuto conto degli importanti crolli già avvenuti, del quadro fessurativo riscontrato, dei movimenti di traslazione orizzontale e verticale, l’intera ala est prospicente verso via Castromarino e via Lago di Nicito si trova ancora in grave situazione di dissesto e dunque, nel complesso, pericolante e inoltre non possono essere esclusi altri crolli”.

Ma non solo. “La contemporaneità alle operazioni di scavo risiede nella circostanza assodata che al momento del verificarsi dell’evento i lavori di  scavo della galleria con la TBM-EPB erano giunti a ridosso della via Castromarino al disotto del fabbricato interessato dai crolli”.

Il 6 agosto 2020 avvengono le prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Il 23/10/2020 il P.M. Andrea Norzi dispone il dissequestro degli immobili e avanza al gip la richiesta d’archiviazione.

Il 20/12/2021 la C.M.C. acquista una parte dell’edificio (1000 euro a metro quadrato) e riconoscendo ai proprietari anche un risarcimento danni.

Giorno 25 gennaio prossimo l’udienza, davanti al Gip, con l’atto di opposizione dell’avvocato Peppino Lipera all’archiviazione degli altri proprietari fuori dalla trattativa, ma con appartamenti ormai distrutti.

Interviene il consigliere comunale Graziano Bonaccorsi. “Dopo due anni una vicenda vergognosa e dove l’amministrazione ha dimostrato tutta la sua insensibilità e menefreghismo più assoluto nei confronti di questi cittadini”.

Appuntamento il 25 gennaio prossimo in udienza.

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20 Gennaio 2022, 15:38

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