Cuffaro, gli appalti: "La gara di 5 milioni a chi la dobbiamo far fare?"

Il “controllo” di Cuffaro: “La gara di 5 milioni a chi la dobbiamo far fare?”

Così il politico avrebbe controllato gli appalti del Consorzio di bonifica

PALERMO – “Le modalità di controllo degli appalti del Consorzio di Bonifica” da parte di Totò Cuffaro, scrivono i carabinieri del Ros. Una sola contestazione finora mossa e un calderone su cui si indaga ancora. Ci sono delle intercettazione del luglio 2024 che tracciano percorsi investigativi appena avviati.

Di appalti discutevano Totò Cuffaro, il deputato regionale Carmelo Pace e Giovanni Giuseppe Tomasino, direttore generale del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale. Gli appalti riguardano le province di Palermo, Trapani e Agrigento.

Cuffaro, gli appalti, le intercettazioni

“Vi fate un bando… di una cosa di sei milioni di euro… deve partecipare lui… lui sulla valutazione tecnica deve fare il massimo. Chiaro?“, spiegava Cuffaro. “Perché io solo là lo posso aiutare”, aggiungeva Tomasino.

Quindi Cuffaro citava altre gare senza fare il nome degli imprenditori che avrebbe favorito: “L’altra quella più piccola gliela facciamo fare a quelli di Carmelo?… quella da cinque milioni…? “; “Una importo a base d’asta nove milioni e nove ascolta a me… e una cinque milioni e nove”; “va beh falla uscire… poi ora vediamo… questa di cinque milioni e nove a chi la dobbiamo far fare?”.

Si parlava di una gara “già uscita” a Trapani e una “da tredici a Palermo che deve uscire ancora”. Bisognava, però, evitare possibili ostacoli in commissione di gara: “a questo… dobbiamo levare di mezzo a questo coglione… a questo…”, in vista probabilmente di una gara. “La più grossa di tutte è questa che stiamo facendo ora… oltre a quella che devo fare… dieci… – spiegava Tomasino – dieci di finanziamento… la base d’asta sarà sette e qualche cosa… e quella di Trapani è cinque… cinque e mezzo… quella che abbiamo fatto è quattordici e… “.

Nell’atto con cui la Procura di Palermo chiede l’arresto (ai domiciliari) di Cuffaro e degli altri indagati si parla di “opaco intreccio di interessi” tra Cuffaro e gli imprenditori edili Capizzi di Bronte, i quali “ottenevano l’intermediazione dell’ex presidente della Regione per ’avvicinare’ Salvo Cocina, il capo della Protezione civile siciliana e verosimilmente versargli somme di denaro in vista delle lucrose gare pubbliche indette dall’ente pubblico da lui gestite”.

I Capizzi, però, avrebbero avuto anche forti interessi sugli appalti milionari del Consorzio di Bonifica. In particolare su una commessa da 8 milioni che riguarda una fetta di territorio fra Alcamo e Partinico. Il legame con Cuffaro sarebbe stato molto forte.

I carabinieri del Ros hanno scoperto la breve esistenza di una srl, la “Immobiliare Cavour srl” costituita il 25 marzo 2021 e cancellata il 12 aprile 2023. I soci erano la moglie di Cuffaro, la figlia dell’assessora Nuccia Albano, le mogli del fidato Vito Raso, che di Cuffaro è stato il segretario particolare e oggi ricopre lo stesso ruolo con Albano, e di Giuseppe Capizzi, che a Cuffaro metteva a disposizione un’auto con autista.

Un legame forte, dunque, che va approfondito e di cui scriveva pure un anonimo nella lettera recapitata due anni fa alla Direzione distrettuale antimafia. Si narrava dell’incontro di una decina di anni fa tra Cuffaro e Capizzi, a cui veniva legata l’inizio della scalata dell’imprenditore nato a Bronte, la cui base operativa è a Maletto, dell’appalto per il depuratore di Castelvetrano e persino di Matteo Messina Denaro.


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