Cuffaro scommette su Catania: ‘Torneremo gattopardi’ - Live Sicilia

Cuffaro scommette su Catania: ‘Torneremo gattopardi’

La nuova Democrazia Cristiana parte dalle falde dell’Etna

CATANIA – Quale sia l’idea di fondo Totò Cuffaro lo dichiara fin dall’inizio: “Fummo gattopardi e vogliamo tornare a esserlo, perché prima di noi in questi mesi ci sono stati iene e sciacalli”. Così inaugurando a Catania, in piazza Bellini, la sede della Democrazia Cristiana nuova, l’ex presidente della Regione cerca di innescare un paradosso in cui cerca di guardare al futuro della politica siciliana riattivando simboli e idee che pescano nel passato remoto, nello scudo crociato, nella balena bianca. Risuonano i nomi di Don Sturzo e di De Gasperi, e al tempo stesso un occhio è puntato con discrezione sulle prossime regionali, dove, assicura Cuffaro, “la Dc nuova farà liste pulite, nuove, e avrà dei bei deputati”.

Due locali in centro

L’epicentro di questa nuova Dc catanese è attaccata al teatro Bellini, nel cuore della movida. Due grosse stanze al pianterreno di Palazzo Landolina che per l’inaugurazione si riempiono di persone, tutte per lo più sopra i cinquant’anni, con una vistosa eccezione: le donne, su cui Cuffaro, dirà poi nel suo discorso, punta molto per la rinascita della Democrazia Cristiana. Poco prima di tagliare il nastro l’ex presidente della Regione scambia due parole con amici e cronisti e non si tira indietro davanti a una vecchia tradizione democristiana, quella dei saluti e delle presentazioni a ritmo continuo.

Arrivano vecchi colleghi e politici: Cuffaro scorge tra la folla il suo ex assessore ai Lavori pubblici Guglielmo Scammacca, che accoglie con “Ha fatto un capolavoro, Siciliacque”, e poi spuntano Fortunato Parisi, ex assessore ai servizi sociali nella giunta di Enzo Bianco dopo Angelo Villari, Nino Spartà e il coordinatore cittadino Dc Stefano Galatà, c’è anche Elio Tagliaferro. Aria di rimpatriata, si ride e ci si stringe tutti intorno al coordinatore regionale Cuffaro per il momento del taglio del nastro e della benedizione della sede.

“Una casa nuova con un cuore antico”

Riempiti i due stanzoni è Caterina Mendolia Pirandello, dirigente nella Dc nuova del dipartimento Turismo e beni culturali, ad aprire le danze della presentazione, sottolineando che “la nostra idea principale è di fare della Democrazia Cristiana un luogo più vicino ai giovani, e per abbiamo pensato a un salotto della cultura in cui fare circolare idee, proprio in questa piazza che è la più frequentata dai giovani catanesi”.

Ma è Cuffaro a raccontare speranze e progetti sull’operazione Dc: “Questa è una casa nuova con un cuore antico – dice – una cultura, quella dettata dalla dottrina sociale della Chiesa, che stiamo riportando nel dibattito della politica e della società. Abbiamo voluto questa casa della Dc molto grande, perché deve essere la casa dei tanti democristiani che negli ultimi 30 anni non hanno avuto una casa“.

Ma perché tornare con la Democrazia Cristiana? “Vogliamo capire insieme quali sono le scelte che possiamo fare per tornare ad amare la Sicilia e farla crescere – dice Cuffaro – voglio essere chiaro su questo: la Dc Nuova non sarà solo il mio partito, io sono solo chi sta usando le sue relazioni e le sue conoscenze per fare riprendere un’idea che è nel cuore delle persone. Noi vogliamo portarle a riflettere di politica, perché questo sistema così com’è non ci rappresenta. Sia chiaro che la responsabilità, se il sistema è così, è anche mia, ma la politica negli ultimi anni si è ancora più inaridita, la gente vota per conoscenza e non perché vuole portare avanti un’idea, un progetto. Noi invece vogliamo fare sì che la gente torni a votare un’idea”.

I giovani, le donne, la politica regionale

È qui che Cuffaro torna sul suo paradosso gattopardesco, che cerca di andare avanti guardando indietro: “Vogliamo tornare a fare vincere le cose che contano, la famiglia, il rapporto umano, i valori della Dc. Questa casa ha il compito di fare incontrare e ragionare le persone, e vogliamo che sia un partito di giovani, non per età ma per spirito, perché girando per la Sicilia ho conosciuto molti giovani di spirito entusiasti della Dc nuova, molto più dei giovani per età anagrafica”.

Il perno di questo rilancio sono le donne, a cui Cuffaro chiede una “riunione qui, tutte insieme”, e su cui punta per i prossimi appuntamenti elettorali siciliani: “Il mio sogno – dice – è portare al tavolo della coalizione, quando penseremo al sindaco di Palermo e alla Regione, il nostro contributo con i nomi di due donne. Speriamo che le valutazioni saranno positive, ma ovviamente ci atterremo alle decisioni che prenderà la coalizione”.

Cuffaro non ha chiuso la porta alla candidatura di Musumeci, sostenendo che ha tutto il diritto di ricandidarsi, ma in questo momento ha gli occhi fissi sugli equilibri di coalizione: “La nostra nuova sede è grande proprio per accogliere chi vuole tornare, ma apriamo a tutti, con un perimetro abbastanza largo per chi vuole aderire. Devo dire che alcune forze politiche fino a poco tempo fa ridevano della nostra idea di rilanciare la Dc, ora ci cercano: sanno che faremo liste importanti e avremo deputati importanti. Faremo liste aperte, senza ex, in cui si parteciperà per vincere, e vinceranno i migliori. E chi vince dovrà voltarsi indietro e tendere la mano ai non eletti: è la solidarietà della Democrazia Cristiana”.


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