Cuffaro e Di Gati, la replica: | “Sono fatti già giudicati”

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06 Aprile 2011, 11:09

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Hanno letto le dichiarazioni di Maurizio Di Gati. E ora gli uomini dello staff di Totò Cuffaro passano al contrattacco, tirando fuori dal cassetto un vecchio comunicato stampa del politico di Raffadali. In cui si parla proprio delle dichiarazioni di Di Gati, riportate nelle indagini per concorso esterno: “Sono perplesso e sconcertato – aveva detto Cuffaro nell’ottobre del 2010 – dall’accanimento con cui alcuni pm della procura di Palermo pervicacemente tentano di far passare, anche attraverso la stampa, fatti già chiariti durante il primo processo come nuovi addebiti a mio carico”.

I fatti, scrive Cuffaro, erano già stati analizzati. Secondo un percorso che poi i magistrati chiamati a pronunciarsi sull’accusa di concorso esterno hanno giudicato valida. “Vorrei capire – aveva detto Cuffaro – se è normale che gli stessi fatti giudicati insufficienti dai pm che sostenevano l’accusa al processo di primo grado per la richiesta di concorso esterno e addirittura giudicati ininfluenti dal collegio giudicante per l’aggravante di aver favorito la mafia possano essere ritenuti talmente importanti da portare ad una nuova richiesta di rinvio a giudizio”. Così in effetti, non è stato: i fatti erano già stati analizzati.

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“Vorrei capire – aveva aggiunto Cuffaro – come fa il pentito Di Gati ad affermare che nel corso della campagna elettorale per l’elezione del presidente della regione del 2001 qualcuno dei suoi gli parlò della discarica di Aragona e del termovalorizzatore di Casteltermini”. Fatti “inesistenti”, secondo Cuffaro, che si rifà alla sentenza di primo grado, quella che aveva escluso l’aggravante mafiosa, poi invece prevista in secondo grado: “Nel giugno del 2001 – era la posizione di Cuffaro – nessun piano prevedeva termovalorizzatori in Sicilia, perché il piano rifiuti d’emergenza prevedeva soltanto 9 impianti di produzione di Cdr, uno su base provinciale. E ciò nel presupposto che il Cdr venisse utilizzato dagli impianti petroliferi e dai cementifici. Solo con l’ordinanza di protezione Civile del maggio 2002 – spiega Cuffaro – si previde la possibilità di realizzare termovalorizzatori lasciando la scelta dei siti agli operatori economici che avrebbero partecipato al bando di gara. Solo nel 2003 – aggiunge Cuffaro – viene fuori per la prima volta l’indicazione della discarica di Aragona e del termovalorizzatore di Casteltermini”. Anche sulla farmacia Cuffaro aveva precisato la sua posizione: “Ancora più paradossale – aveva detto – la vicenda della farmacia, anch’essa peraltro già oggetto di valutazione nel corso del mio processo e già chiarito. A tutt´ora non è stato mai bandito alcun concorso per una nuova sede di farmacia a Raffadali. L’episodio tra l’altro è già stato chiarito anche in altra sede visto che lo stesso farmacista è stato prosciolto in sede istruttoria perché gli stessi magistrati della Dda hanno richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione per l’insussistenza delle dichiarazioni di Di Gati”.

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06 Aprile 2011, 11:09

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