Cuffaro e la Sicilia delle clientele: "Non sono più Vasa Vasa"

Cuffaro, la Sicilia e le clientele: “Il vasa vasa è finito”

Intervista a cuore aperto all'ex governatore siciliano, dal passato al Musumeci bis

PALERMO – “Clientele e favori, sono stato il primo a farli e sono pentito, per questo avrebbero dovuto condannarmi, non per altro. Ma con la nuova Dc stiamo facendo un percorso diverso. L’arresto del candidato di Forza Italia? La magistratura ha fatto bene”. Dalla questione morale alle “colpe” del passato. Ecco il mea culpa di Totò Cuffaro a poche ore dal voto che cambierà il destino di Palermo. Intervista a cuore aperto all’ex governatore siciliano, dalla condanna per favoreggiamento al cancro delle prebende che alimentano gli apparati dei signori del voto in tutti gli schieramenti. E poi c’è anche spazio per le regionali, con la ricandidatura di Musumeci e qualche valutazione su Micciché.

L’arresto del candidato di Forza Italia è un fatto gravissimo, si parla di rapporti con imprenditori legati a Totò Riina, lei cosa ne pensa di questo fatto che fa tornare centrale la questione morale?

“Io penso che la questione morale sia assolutamente importante ed è giusto che venga sollevata. Quello che è successo ieri è un fatto grave, bene ha fatto la magistratura a intervenire. Noi dobbiamo sgomberare il campo da qualsiasi dubbio che possa esserci la mafia che tenta di condizionare il voto. Io penso che averne parlato sia stato importante. Bisogna attivare un rigido controllo sulla campagna elettorale, sulle liste ma anche parlare di quello che i sindaci vogliono fare per cambiare questa città”.

Nella questione morale c’è un problema di opportunità: è sicuro che sia un messaggio positivo il suo ritorno in politica?

“È stato giusto sollevare il dibattito, c’è stato il dibattito, le valutazioni di insigni giuristi, di Fava”

Noi abbiamo intervistato Fiandaca col nostro Roberto Puglisi (LEGGI QUI)

“Ricordo che la pena in Italia è educativa, dice bene la nostra Costituzione, dopo la pena c’è il diritto di tornare a vivere la propria vita, da libero. Dopo di ciò io ho affrontato anche con la mia coscienza la possibilità di un mio ritorno nella politica attiva. È assolutamente fuori discussione che io mi candidi. Ma non posso pagare un prezzo altissimo nel vedere questa città totalmente allo sbando, perché quando vedo questa città e una amministrazione che non sente il bisogno di seppellire i suoi morti diventa difficile riflettere e ragionare. Io ho formato molti giovani e stiamo chiedendo ai palermitani cosa ne pensino. Se i palermitani riterranno che questo mio intervento in politica non sia giusto ce lo diranno con il voto. Se non ci dovesse essere la possibilità di superare il 5% io non mi occuperò mai più di politica. Ma io torno in politica dicendo di essere pentito in tutti i modi degli errori che ho fatto…”

Lei ha pensato e ripensato a quei fatti contestati dalla magistratura?

Io sono stato condannato per aver dato delle informazioni all’allora vicesindaco di Palermo che le avrebbe date ad altri, io ammetto la gravità del reato”

C’è il favoreggiamento alla mafia

“Sì e con la mia famiglia ho sofferto moltissimo per questa cosa”

Andiamo alle elezioni, c’è un cancro che alimenta il sistema mafioso. È il fatto che i diritti e i doveri vengano accantonati per dare vita a un sistema che favorisce i privilegi, concessi in cambio del voto. La regola dell’amico è la base del funzionamento di una comunità in cui tutti chiamano il politico per ottenere qualunque favore. La battaglia contro la mafia non può prescindere dall’affermazione dei diritti e dei doveri. Qui c’è l’essenza del Totò “vasa vasa”è l”assenza dei diritti a favore dei privilegi e chi lo fa si trova in tutti gli schieramenti

“Io ho fatto gridare tre volte che la mafia fa schifo a 1.500 persone, perché ne siamo convinti. Adesso abbiamo un partito nuovo che non può distribuire prebende e non può fare clientele. Io ho detto ai miei amici e candidati di fare esattamente il contrario di quello che ho fatto io: ho distribuito tante clientele e tante prebende. Ma di quelle clientele e prebende non è rimasto nulla, perché poi la clientela si sposta su altri candidati, quando non ottiene più le cose. Il nostro adesso sarà un voto ideale. Io sfido a denunciarci chiunque dovesse accertare una promessa in cambio di qualcosa da parte nostra. L’ho detto, sono assolutamente pentito, per questo avrei dovuto essere condannato, per altro forse…ma quel cuffarismo adesso non può esserci più perché manca l’elemento dello scambio e si è sostituito una sorta di Cuffaresimo, giustamente dici che c’è ancora l’etica nella politica complessiva, non solo di chi fa il favore, ma di chi chiede di fare questo favore”

Ci vuole la raccomandazione per essere ricoverati in ospedale

“La colpa è complessiva, di chi chiede e di chi fa sì che sia necessaria la richiesta”

Questo insieme di regole ha prodotto, con la consuetudine un sistema di regole che non sono proprie dello Stato di diritto. Chi ha un santo protettore ottiene ciò che spetterebbe di diritto anche a chi è più meritevole: ecco la differenza tra i laureati che vanno a lavorare i bagni a Londra e i raccomandati che entrano al Comune

“È vero ma ci sono anche alcuni giovani che iniziano a comportarsi diversamente, c’è una atavica resistenza a farsi raccomandare, ma ci sono anche ragazzi di oggi che camminano con le proprie gambe e molti giovani non cadono in questa scellerata condizione di dover chiedere per potersi realizzare”.

Prima sfida, ha detto che non chiederà a Lagalla assessorati nel caso in cui dovesse superare il 5%. Perché non rivendicate un assessorato nel quale selezionare una persona capace?

“Accetto l’idea”

Elezioni regionali, nel passato Musumeci l’ha criticata aspramente, è vero che c’è stato un incontro privato con lui?

“L’incontro c’è stato ed è stato pubblico, privati non ce ne sono stati”

Qual è il suo giudizio sull’amministrazione di Nello Musumeci?

“Musumeci è una persona perbene e nessuno può contestargli nulla dal punto di vista della legalità”.

È giusto che si ricandidi?

“Ha diritto a ricandidarsi, se è giusto oppure no è una valutazione politica che appartiene a una coalizione che deve ritrovarsi unita. Se Musumeci uscente, che ha diritto a ricandidarsi, trova nella coalizione una sintesi su di lui è giusto che sia ricandidato. Ma se la coalizione dovesse non ritrovarsi su una posizione unitaria potrebbe spaccarsi e perdere le elezioni. È giusto che si trovino le ragioni dello stare insieme, partendo da Musumeci. Io penso che la candidatura giusta sia di una donna”.

Micciché? Cosa ne pensa di Micciché?

“Un mese e mezzo fa mi chiamò per sei ore per convincermi a sostenere suo fratello come candidato, che tra l’altro è una persona di spessore, l’indomani mattina ho letto da voi che aveva scelto un’altra persona. So che lui dice che avrei fatto meglio a non rientrare in politica”.

Come finiranno le elezioni di Palermo?

“Vincerà Lagalla con oltre il 50%, le liste faranno un ottimo risultato e io confermo che se la mia Dc non farà oltre il 5% non continuerò a fare politica”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI