18 Marzo 2019, 10:50
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PALERMO – Il Dipartimento oncologico “La Maddalena” di Palermo è stato riconosciuto dalla Regione Siciliana quale centro di riferimento per il trattamento del dolore e le cure palliative e di supporto in oncologia. Grazie al decreto firmato dall’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, la struttura sanitaria è stata inserita nell’elenco dei centri di riferimento regionale per le patologie ad alta specializzazione e di alto interesse sociale e sanitario. In aggiunta sarà attivato a breve un hospice con 10 posti letto, anch’esso in convenzione col Servizio Sanitario Nazionale.
Si tratta di un riconoscimento importante del lavoro svolto, nell’arco di vent’anni, dall’Unità di Terapia del dolore e cure di supporto, diretta da Sebastiano Mercadante, coadiuvato dagli oncologici Claudio Adile e Patrizia Ferrera, insieme all’anestesista Patrizia Villari, che era stata già indicata come centro di riferimento europeo per l’integrazione tra cure oncologiche e cure di supporto da parte della Società europea di oncologia medica.
La terapia del dolore è orientata ai bisogni dei pazienti in tutte le fasi della malattia, con lo scopo di migliorarne la qualità della vita e offrire un sistema di cure e assistenza contestuale al percorso diagnostico e terapeutico. Da un lato, l’obiettivo è diminuire notevolmente il disagio fisico e psicologico dei pazienti durante i vari stadi della malattia oncologica, anche nella fase terminale quando gli approcci curativi non sono più possibili perché inefficaci. Dall’altro lato, l’equipe medica lavora per apportare il maggiore comfort possibile ai pazienti e ai loro parenti, supportandoli durante tutto l’arco della malattia.
“Quello ottenuto è un riconoscimento che ci riempie di soddisfazione – afferma Mercadante, da anni nella lista dei Top Italian Scientists, i ricercatori italiani con il maggiore impatto nella letteratura internazionale – . Purtroppo, le cure palliative sono ancora poco conosciute e praticate in Italia, noi le applichiamo già da molti anni, anticipandole già durante la fase di trattamento oncologico su pazienti anche curabili, ma che hanno sindromi dolorose. Siamo stati i primi ad introdurre, già vent’anni fa, la rotazione degli oppioidi, alternando le diverse tipologie di farmaci in base all’evoluzione della malattia, migliorando la situazione clinica dei nostri pazienti. Garantiamo, infine, una continuità di cura, grazie anche a due centri di assistenza domiciliare, con l’obiettivo di migliorare la qualità e di offrire ai pazienti un supporto per aiutarli a vivere quanto più attivamente possibile”.
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18 Marzo 2019, 10:50