Da Aldo a Marcello, i casi irrisolti| Ma i genitori non si arrendono

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04 Gennaio 2020, 05:58

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PALERMO – Anni di lotta per avere giustizia, con la forza e la tenacia che camminano a braccetto con il dolore. I genitori che cercano la verità hanno visto scorrere davanti ai loro occhi un altro anno di indagini, di udienze in tribunale, di esami e accertamenti scientifici. La fine del calvario sembra ancora lontana, ma loro non si arrendono.

Un altro anno si è chiuso tra dubbi, angoscia e delusione per la famiglia di Mario Biondo, il cameraman palermitano sposato con la presentatrice spagnola Raquel Sanchez Silva, trovato senza vita nella sua abitazione di Madrid nel maggio del 2013. La terza autopsia effettuata a Palermo ha infatti confermato il suicidio, ma Santina e Pippo Biondo ne sono certi: il figlio non si sarebbe mai ucciso e insieme al loro avvocato proseguiranno la loro battaglia per la verità. “Non ci arrenderemo – hanno detto dopo l’esito inaspettato -. Ci sono molte incongruenze per questo i nostri consulenti sono già al lavoro. Non saranno questi risultati a fermarci”.

Cercano giustizia anche i genitori di Giuseppe Lena, il ragazzo che ha perso la vita dopo un allenamento in palestra sei anni fa. Francesco e Tonina vogliono sapere cosa è realmente successo prima che il giovane venisse trasportato in condizioni disperate in ospedale. Gli imputati accusati di omicidio colposo sono tre, compreso il proprietario della palestra che non sarebbe stato in possesso delle autorizzazioni che permettono la pratica della disciplina Mma. Giuseppe aveva vent’anni, Aldo Naro ne aveva 25 quando è stato colpito a morte all’interno della discoteca Goa dello Zen.

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Era il febbraio del 2015 quando il giovane medico originario di San Cataldo si trovava ad una festa di Carnevale insieme ai suoi amici. Dopo quattro anni e la condanna di un minorenne, il caso non è ancora chiuso: i primi di dicembre Il Gip di Palermo Filippo Serio ha respinto la richiesta di archiviazione da parte della Procura e ha chiesto che si indaghi ancora.

Sarebbero coinvolti altri tre buttafuori, accusati di omicidio volontario in concorso e ora indagati. Ma ci sono anche il coraggio e la forza di Laura Zarcone, la mamma di Marcello Volpe, il giovane palermitano scomparso nella zona della Fiera del Mediterraneo nel 2011. “Non mi piacciono i bilanci e questo ultimo giorno dell’anno è, per me, un giorno come gli altri – ha scritto alla fine del 2019 rivolgendosi al figlio -. No. Non è un giorno come gli altri. È il nono Natale senza di te. È in nono Natale di attesa, speranza e disperazione, Marcello. Ma io sono qui e ti aspetto sempre, adesso come nove anni fa. Tantissimi auguri, amore mio, dovunque tu sia”.

Il ragazzo, quel giorno aveva detto che sarebbe andato nella falegnameria in cui lavorava ogni tanto, ma nessuno ha più avuto sue notizie. Quel giorno indossava un paio di jeans, una maglietta scura ed un paio di scarpe da tennis. Il suo cellulare è sempre risultato irraggiungibile, il silenzio si è man mano trasformato in un tormento ancora oggi senza risposta e le indagini, sono ferme al palo. “Ma io vado avanti – ha più volte ribadito Laura Zarcone – nessuno mi impedirà mai di continuare a sperare, non mi arrenderò mai”.

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04 Gennaio 2020, 05:58

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