21 Settembre 2009, 00:05
1 min di lettura
Al Palermo avrà portato male il pigiamino. Quella sorta di orrendo completino tutto rosa dalla maglietta ai calzettoni. Forse era una sorta di manifesto programmatico. I rosa-rosa volevano avvertirci: in campo avrebbero dormito e così è stato. Allora sarebbe stato meglio cambiare pure la scritta sulla polo di Zenga. Da Coach Z a Coach zzzzzzz… (ronf). Al confronto, perfino Guidolin – che contende a Foschi il primato dei capelli spettinati modello appena alzato – pareva sveglio. Zenga si è svegliato negli spogliatoi, quando Giacomino l’ha preso a colpi di panza sulle gote. L’hanno interrogato sul gol subito da Rubinho e lui:”Da portiere come giudico Rubinho nell’azione del gol? Io non sono piu un portiere, sono un allenatore”. Vuoi vedere che la magagna sta qua? Facciamo così, proviamo Walter in porta e Ruby in panca, magari il Palermo vince lo scudetto. Però il Coach ha ragione, come dargli torto? Un mister deve guardare la squadra, mica si può fissare sui giocatori uno per uno. Per ogni giocatore ci vorrebbe un allenatore individuale e specifico. Unico problema: dove lo trovi un disgraziato disposto a diventare trainer personale di Blasi, uno che entra in tackle pure su sua nonna? Il fair-play di Guidolin è stato, per fortuna, ammirevole: “Non avevo rivincite da prendermi”. Perché nel frattempo il mister di Castelfranco stava rosicchiando una stigghiola di sei metri, portata sottobanco a Parma dal solito Giacomino e spacciata per prosciutto ducale? Comunque Zenga è tranquillo. Dice di non temere i contraccolpi della piazza. E noi siamo con lui. Anzi, secondo noi i tifosi sono molto vicini al mister. Speriamo che non l’annagghino…
Pubblicato il
21 Settembre 2009, 00:05