12 Giugno 2015, 19:43
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PALERMO – Pierfrancesco Favino, Leo Gullotta, Anna Maria Guarnieri, Gianrico Tedeschi, Carlo Cecchi, Roberto Herlitzka, Emma Dante, Roberto Andò: sono solo alcuni dei nomi di spicco della nuova stagione del Teatro Biondo di Palermo, che è stata presentata dal direttore Roberto Alajmo, dal presidente Giovanni Puglisi e dall’artista residente Emma Dante, alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune Andrea Cusumano.
«Siamo orgogliosi dei positivi risultati che la nuova direzione ha raggiunto in così poco tempo – ha detto il presidente Puglisi – e siamo molto riconoscenti al pubblico che ci ha dato fiducia. Teniamo la barra ferma in questa navigazione che non è facile in tempi di crisi e che tuttavia ci sta dando soddisfazioni. Noi stiamo facendo il possibile, con l’impegno di tutti, dalla dirigenza ai lavoratori. Ma tagliare oltre il possibile è impossibile, quindi cercheremo di andare verso un piano di ristrutturazione con la collaborazione dei Soci».
Apprezzamento per il lavoro svolto anche da parte dell’assessore Cusumano, che ha sottolineato come «il Biondo stia tornando ad essere un punto di riferimento per il teatro italiano». Cusumano ha espresso soddisfazione anche per il lavoro che Emma Dante sta svolgendo alla “Scuola dei mestieri dello spettacolo”, dove è attivato il primo corso per attori.
«La Scuola è forse la cosa più importante che stiamo facendo in questo momento», ha ribadito proprio Emma Dante, che ha elogiato il lavoro degli allievi presenti in sala durante la conferenza. «La scuola è importante – ha detto – perché è un investimento per il futuro». Sulla stagione, all’ideazione della quale la regista non partecipa, ha detto: «Mi sembra che ci sia un disegno preciso nel lavoro di Roberto Alajmo, da un lato l’esigenza di riportare il pubblico al Biondo e dall’altro la volontà di cominciare a proporre qualcosa di nuovo, di diverso, accostando convenzione e sperimentazione. In tal senso la nuova stagione mi sembra appetitosa e pericolosa. Una scommessa che questo teatro deve fare».
Il direttore Roberto Alajmo ha ringraziato i suoi collaboratori, il vicedirettore Sandro Tranchina, il direttore amministrativo Stefano Ingrassia e tutto il personale del Teatro, che «in un momento economicamente difficile, e con un fondamentale lavoro di squadra, sta garantendo qualità e professionalità». «La stagione – ha spiegato Alajmo – ha diverse anime: riunisce alcuni classici rivisitati, non attualizzati, ma inquadrati da una prospettiva diversa, eccentrica, e spettacoli di impronta più spiccatamente comica, ma sempre di altissima qualità, con artisti straordinari e popolari interpreti di cinema e teatro».
Sono dieci gli spettacoli in abbonamento in Sala Grande, di cui cinque produzioni. Si comincia il 30 ottobre con I Persiani a Caporetto di Roberto Cavosi, con Anna Maria Guarnieri, Luciano Virgilio e Marco Gambino. Prendendo spunto da I Persiani di Eschilo, opera esemplare sulla guerra, Cavosi racconta, dal punto di vista di una cuoca e di un maggiordomo, il dramma del primo conflitto mondiale, che proprio cento anni fa vedeva il coinvolgimento dell’Italia. «Eschilo – spiega Cavosi – che scriveva I Persiani dal punto di vista dei vincitori, è stato il primo a dirci che nelle guerre non ci sono vincitori o vinti, perché la guerra è una sconfitta per tutti. E Caporetto è per noi l’emblema della sconfitta».
La stagione prosegue con un’altra produzione del Biondo: #STUPORMUNDI di ricci/forte, una libera interpretazione de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che farà discutere. Stefano Ricci e Gianni Forte, considerati gli enfants terribles del teatro italiano, prenderanno spunto dal celebre romanzo per sviluppare un discorso su alcune caratteristiche della cultura e del costume siciliani, presi a modello dell’inarrestabile declino della società contemporanea. Lo spettacolo nascerà da un workshop – che si terrà al Teatro Biondo dal 22 al 27 settembre – nel quale i due registi indagheranno i sintomi “catatonici” che contraddistinguono la Sicilia e l’Italia di oggi: una sonnolenza, un sonnambulismo che, nonostante gli stimoli esterni, perpetra un’immobilità di sopravvivenza. Lo spettacolo andrà in scena dal 20 al 29 novembre.
A seguire, dall’11 al 20 dicembre, il palcoscenico del Biondo ospiterà Verso Medea, spettacolo-concerto di respiro internazionale dell’artista residente Emma Dante, prodotto dalla Compagnia Sud Costa Occidentale, con le musiche e i canti dei Fratelli Mancuso, «che col loro potere incantatore sono i veri protagonisti dello spettacolo», come ha tenuto a sottolineare la regista. In scena, insieme a loro: Elena Borgogni, Carmine Maringola, Salvatore D’Onofrio, Sandro Maria Campagna, Roberto Galbo e Davide Celona.
Al centro dello spettacolo una figura femminile emblematica, che offre all’affermata regista l’occasione per elaborare una riflessione sul conflitto tra natura e convenzioni sociali, sull’identità femminile e l’immaginario maschile, sul sentimento di estraneità. Per Emma Dante «Medea è una barbara che non riconosce altra autorità se non quella del proprio istinto, per questo si attacca disperatamente al concetto di libertà. La sua appartenenza a un gruppo familiare o di classe o di nazione o di religione limita la sua presunta libertà, perché Medea si sente straniera ovunque. La sua vera tragedia consiste proprio nella difficoltà di mantenere coscienti le sue pulsioni primitive, lottando disperatamente perché non si trasformino mai in regole da rispettare».
Negli stessi giorni sarà in cantiere la successiva produzione del Biondo, che debutterà il 15 gennaio: Kean, passione e seduzione di Michele Perriera, interpretato da Lollo Franco, che lo stesso Perriera aveva diretto in questa sua riscrittura dell’opera di Dumas dedicata al grande attore britannico Edmund Kean (1787-1833). Lollo Franco firma la regia insieme a Jean Laurent Sasportes, regista, attore, danzatore e coreografo noto soprattutto per la sua pluriennale collaborazione con Pina Bausch. Lo spettacolo aspira ad essere una favola onirica, che valorizzerà dimensione allegorica del racconto.
A seguire, dal 29 gennaio al 7 febbraio, Pierfrancesco Favino – affermato interprete cinematografico, diretto tra gli altri da Giuseppe Tornatore, Gabriele Muccino, Gianni Amelio, Ferzan Ozpetek, Spike Lee, Ron Howard – sarà il protagonista di Servo per due, adattamento de Il servitore di due padroni di Goldoni nella versione di Richard Bean, curato dallo stesso Favino insieme a Paolo Sassanelli (col quale firma anche la regia), Marit Nissen e Simonetta Solder. Uno spettacolo in linea con l’idea portante del Nuovo Teatro Biondo: rileggere i classici non tanto attualizzandoli, ma esponendoli a una luce diversa, a nuovo punto di vista. Una vera e propria commedia musicale, movimentata ed esilarante, ambientata nella Rimini degli anni ’30 e interpretata da un’affiatata compagnia di attori e musicisti. Servo per due è un fuoco di fila di battute e colpi di scena, inframmezzati dall’esecuzione dal vivo di celebri brani d’epoca.
Si torna a ridere dal 12 al 21 febbraio con Leo Gullotta, protagonista di Spirito allegro di Noel Coward nella messa in scena di Fabio Grossi. Una delle commedie più divertenti e popolari del Novecento, per oltre cinquant’anni ininterrottamente in scena nel West End londinese. Tra sedute spiritiche e dispettosi fantasmi, Leo Gullotta, veste i panni di uno scrittore in cerca di spunti per il suo nuovo romanzo, destreggiandosi dinanzi allo spettro della prima moglie (che lo vorrebbe defunto per riabbracciarlo) e all’attuale compagna in carne e ossa. Lo spettacolo si caratterizza per i sorprendenti effetti scenici, realizzati anche con l’ausilio del video-mapping, una tecnologia avanzata che si basa su spettacolari proiezioni tridimensionali.
La stagione proseguirà dal 4 al 13 marzo con la nuova produzione Minetti – Ritratto di un artista da vecchio di Thomas Bernhard, che vedrà il ritorno al Biondo del talentuoso regista palermitano di teatro e cinema Roberto Andò. A dare corpo e voce a Bernhard Minetti, uno dei più grandi attori di teatro del Novecento, sarà Roberto Herlitzka, uno dei più grandi attori italiani. Dopo Kean, dunque, un’altra riflessione sull’Attore, colto nella sua piena maturità. Lo scrittore Thomas Bernhard, che ha avuto Minetti come interprete di molti dei suoi testi, ne ha scritto uno apposta per lui, nel quale l’attore, ormai anziano e solitario, trascorre una notte di capodanno in attesa di andare in scena per l’ultima volta nel ruolo di Re Lear. In un inarrestabile flusso di coscienza, Minetti riflette sulla propria vita e sul senso del teatro, senza risparmiare giudizi caustici e impietosi su una società istupidita e un teatro svuotato di senso. Il tragico epilogo assume il significato di un estremo atto di ribellione. E di grandi attori è composto anche il cast dello spettacolo Dipartita finale di Franco Branciaroli, che andrà in scena dal 15 al 24 marzo. Insieme a Branciaroli saranno infatti in palcoscenico Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai e Maurizio Donadoni, due leggende del teatro italiano e uno dei più apprezzati interpreti, insieme allo stesso Branciaroli, delle successive generazioni. Dipartita finale – che strizza l’occhio a Beckett – è la storia di tre simpatici clochard alle prese con le questioni ultime cui li costringe Totò, travestimento della morte. Il fine metafisico, quello di un mondo affossato nell’assenza di valori, che affida la propria longevità alla scienza in assenza di una fede nell’immortalità, è perseguito con strumenti irresistibilmente divertenti. «Si tratta una parodia – spiega Branciaroli – un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi, con tre barboni che giacciono in una baracca sulle rive di un fiume, forse il Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce».
La dodicesima notte, in scena dal 15 al 24 aprile, segna il ritorno a Shakespeare e al Teatro Biondo di Carlo Cecchi, regista di una memorabile Trilogia shakespeariana che proprio il Biondo aveva prodotto negli anni ’90. La dodicesima notte è una commedia corale fondata sugli equivoci, sugli scambi di identità e di genere. Il testo shakespeariano, esaltato dalla traduzione della poetessa Patrizia Cavalli, dalle musiche di Nicola Piovani e dai sontuosi costumi di Nanà Cecchi, permette ancora una volta al regista, anche interprete nelle vesti di Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sulla stilizzazione e sull’essenza dei personaggi attraverso quella maestria che ha fatto di lui il più moderno tra i grandi registi-interpreti del teatro italiano.
Infine, dal 6 al 15 maggio, il programma in abbonamento della Sala Grande si concluderà con un’altra originale produzione: Horcynus – Transito e ricongiungimento, elaborazione, curata dal regista Claudio Collovà, del monumentale romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, che vedrà in scena, tra gli altri, Vincenzo Pirrotta e Manuela Mandracchia. Horcynus Orca narra il ritorno dalla guerra di ‘Ndrja Cambrìa, nocchiero della Regia Marina italiana. È un Nostos, proprio come nell’Odissea e nell’Ulysses di James Joyce, al quale viene spesso accostato. Come quest’ultima, è un’opera di grandioso respiro epico e lirico, che racchiude, in una azione di pochi giorni e in uno spazio compreso tra l’estremità della Calabria e la Sicilia, una materia di immenso potenziale mitico e simbolico e insieme di straordinaria evidenza realistica. Lo spettacolo intende riproporre la simbiosi tra realismo e visionarietà.
La campagna abbonamenti del Biondo comincia subito e la novità è che è possibile rinnovare il proprio abbonamento online, collegandosi al sito www.teatrobiondo.it. Si ha diritto alla riconferma entro il 20 settembre. I nuovi abbonati potranno scegliere il proprio turno e il proprio posto a partire dal 22 settembre. Il calendario delle rappresentazioni prevede anche quest’anno 9 turni, 5 serali e 4 pomeridiani. Sono attive diverse convenzioni, in particolare rivolte agli studenti. Anche quest’anno il Teatro Biondo ha cominciato ad annunciare – attraverso bandi pubblici – le selezioni per completare i cast delle proprie produzioni: sono in corso i provini per due ruoli ne I Persiani a Caporetto, mentre c’è tempo fino al 15 luglio per proporre le candidature al workshop che terranno ricci/forte in vista del loro spettacolo #STUPORMUNDI. Prossimamente saranno indette le selezioni anche per Kean e Minetti. Nei prossimi giorni si concluderà il primo anno del Corso per attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” diretta da Emma Dante. Gli allievi sono già impegnati nelle prove del primo studio su Odissea, per la regia di Emma Dante, che sarà presentato in anteprima a Palermo dal 21 al 31 luglio e al Teatro Olimpico di Vicenza il 26 e 27 settembre.
La conferenza stampa di presentazione della nuova stagione è stata anche l’occasione per fare il bilancio dei primi tre anni del nuovo corso del Biondo. Roberto Alajmo ha illustrato i risultati estremamente positivi raggiunti in termini di maggiori incassi e maggiore produttività, a fronte di ulteriori risparmi che le minori risorse hanno imposto. In particolare, gli abbonati continuano a crescere, dai 1470 della stagione 2012-2013 ai 3917 della stagione 2013-2013, fino ai 6700 della stagione in corso, ai quali si aggiungono gli spettatori paganti: 42.264 nel 2013, 107.136 nel 2014 e 67.956 fino al 31 maggio di quest’anno. Di conseguenza, gli incassi sono passati dai 226.642 euro del 2013 agli 858.313 del 2014, che diventano 900.000 fino al 31 maggio del 2015, ancora prima di lanciare la nuova stagione. A questi ricavi si aggiungono quelli derivati dalla vendita degli spettacoli, che finalmente hanno ripreso ad andare in tournée: dai 21.00 euro del 2013 sono arrivati ai 485.000 dell’anno ancora in corso. D’altra parte è cresciuto anche il numero complessivo di repliche in sede, passando dalle 160 del 2013 alle 248 del 2014, fino alle 271 in soli 5 mesi del 2015. Sono 17 le produzioni del 2015, a fronte delle 8 dei due anni precedenti.
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12 Giugno 2015, 19:43