17 Aprile 2021, 21:25
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PALERMO – No, grazie. La risposta alla richiesta di Italia Viva di azzerare la giunta comunale di Palermo e allargare la maggioranza, sul modello Draghi, arriva in serata con una nota firmata da tutti gli assessori (eccetto ovviamente i renziani) e il concetto è semplice: mai con la Lega. Una presa di posizione fin troppo ovvia e che rappresenta solo l’antipasto di una conferenza stampa convocata per domani alle 11.
La giunta convocata da Leoluca Orlando per discutere della crisi al Comune inizia con grande ritardo e si protrae per ore. Nessuna dichiarazione, nessuna posizione ufficiale oltre la nota per dire no a Salvini (“Chi propone l’alleanza con la Lega sconfessa la storia della città, il suo percorso consolidato negli ultimi anni”), ma il concetto è abbastanza chiaro e consiste in una porta chiusa in faccia ai renziani. Gli assessori indicati da Iv, almeno formalmente, restano per ora al proprio posto e il sindaco aspetta che siano loro ad andarsene, ponendo domani un aut aut: con me o contro di me. La linea è quella di un “governo di minoranza”: sarà Italia Viva a dover staccare formalmente la spina, Orlando andrà avanti e di volta in volta cercherà convergenze in consiglio comunale, posto che ormai le delibere di peso si contano sulle dita di una mano. Difficilmente vedrà la luce il nuovo Prg, difficilmente si aumenteranno le tariffe Tari, il bilancio previsionale non si riesce neanche a chiudere. Il sindaco punterà tutto sulle “mani libere”, pronto a scaricare sul Consiglio ritardi e inefficienze.
Ma la giornata del Professore è stata lunga e intensa. Nessun contatto con i renziani, nessun tentativo di ricucire: il primo cittadino ha partecipato all’assemblea nazionale del Partito Democratico e, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe il segnale della ripresa di un dialogo fra Orlando e il Pd di Enrico Letta. Del resto il comune di Palermo è in enorme difficoltà, i conti non tornano e solo un intervento dell’esecutivo nazionale potrebbe evitarne un fallimento che rappresenterebbe un’onta per la storia orlandiana.
D’altro canto, i dem guardano al 2022: Palermo è la quinta città d’Italia, perderla sarebbe doloroso e qualunque ragionamento di centrosinistra non può prescindere da una figura come quella dell’attuale sindaco che cerca anche sponde per sé e i suoi, una volta conclusa l’esperienza a Palazzo delle Aquile. Illazioni alimentate da un incontro che si sarebbe tenuto ieri a Villa Niscemi tra il primo cittadino e un big come Antonello Cracolici, anche se il deputato regionale glissa: “Abbiamo parlato di altro, non certo della crisi al Comune o del 2022”. Ma che Orlando e il Pd tornino a parlare è già di per sé una notizia, capirne gli effetti sulle sorti della sindacatura è tutt’altra storia.
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17 Aprile 2021, 21:25