31 Marzo 2016, 19:09
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PALERMO – L’aereo che lo riporterà con i suoi compagni a Palermo è ripartito, Antonio (“ma chiamatemi Nino”) La Gumina si porta dietro il secondo posto dei rosanero di Bosi al Viareggio Cup, il titolo di capocannoniere del torneo con nove reti e il premio Golden Boy. Ma di spazio, in valigia, ce n’è ancora tanto per mettere dentro i sogni di questo ragazzo di vent’anni, nativo di Partanna Mondello, che con quel volto un po’ serioso da qualche giorno legge il proprio nome sui giornali. “E’ una bella sensazione, aver vinto quei due premi è sicuramente un bel traguardo ma il merito è di tutta la squadra”, parole che trasudano l’equilibrio tipico di chi scende in campo in Serie A ogni domenica e ha ormai imparato a recitare a memoria la regola dell’acqua gettata sul fuoco.
Figlio minore di una famiglia di una classica famiglia di quattro persone, Nino inizia il suo matrimonio con la maglia rosanero ai tempi dei pulcini: “Da lì in poi è stato solo Palermo”. Ogni giorno trenta chilometri da percorrere: quelli che separano Carini dal campo d’allenamento. Una spola iniziata all’età di dieci anni. “Ne avevo due quando lasciammo la città per trasferirci in provincia – si racconta a LiveSicilia -, i miei primi calci al pallone li ho dati con la maglia del Capaci”. Oggi, con due presenze in prima squadra, sogna ad occhi aperti il calcio che conta ma la mente va ai sacrifici dei primi tempi. Sono gli anni in cui “il borsone che ti porti dietro – ricorda – è più grande di te”, con il sogno ‘pallonaro’ di un ragazzo di periferia sostenuto soprattutto da papà Filippo e mamma Silvana. In un periodo in cui le preoccupazioni per un posto di lavoro in bilico nell’allora Gesip non mancano, loro non hanno mai smesso di sostenere la passione del figlio. “Sono stati dei momenti brutti ma oggi le cose vanno meglio fortunatamente e quelle paure sono svanite. Loro ci sono sempre stati. All’inizio non capivano nulla di calcio – scherza – ma non hanno mai mancato un appuntamento, agli allenamenti come alle partite, e così sono diventati espertissimi”.
Così è nato il ‘baby fenomeno’ La Gumina, tutto calcio e..calcio: “Solo pallone nella mia vita – si descrive -. Ogni tanto vado al cinema ma l’unica mia grande passione è il campo”. Tifoso del Palermo (“spero che la squadra eviti la B”) ma “simpatizzante” juventino, con un diploma da ragioniere in tasca (“ho preso sessanta”, ammette con un sorriso) e un contratto fino al giugno del 2019, l’obiettivo a breve termine è quello di un successo ancora possibile nel campionato primavera dove ha collezionato 12 centri: “Siamo secondi dietro la Roma, possiamo farcela”, spinge i suoi. “Il mio modello di giocatore? Morata, ho le sue stesse caratteristiche fisiche e mi ispiro a lui”. Intanto, si gode i complimenti di mister Bosi e del responsabile del settore giovanile Dario Baccin (“parlo molto con loro”) e un presente da possibile oggetto del desiderio di molte squadre: “Per ora sono al Palermo e resto qui, poi si vedrà”.
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31 Marzo 2016, 19:09