Da Sala d’Ercole ai quartieri | La colorita dinastia dei Figuccia - Live Sicilia

Da Sala d’Ercole ai quartieri | La colorita dinastia dei Figuccia

Da sinistra: Marco, Sabrina, Vincenzo e Angelo Figuccia

Il papà Angelo si definisce “consigliere emerito”. I figli colonizzano Ars, Comune e Circoscrizione.

PALERMO - Il ritratto
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PALERMO – Ne manca solo uno a Montecitorio. O a Palazzo Madama. Ma forse, a loro non interessano nemmeno gli scranni romani. Perché un “emerito”, i Figuccia lo hanno qui. A Palermo. È Angelo, il “generatore” di politici. Il “consigliere comunale emerito”, come si definisce in una nota di qualche ora fa.

E in effetti, su ogni gradino della scala politica siciliana, trovi uno di loro. Dalla Regione alla Cirscoscrizione, da Sala d’Ercole ai quartieri, un Figuccia è presente. Una “potenza” elettorale confermata alle ultime elezioni del capoluogo: il “grande vecchio” Angelo, dopo tanti anni da protagonista della politica cittadina, ha lasciato lo scranno di Sala delle Lapidi alla battagliera figlia Sabrina, mentre l’altro figlio Marco raccoglieva oltre quattromila preferenze centrando la conferma alla Circoscrizione. Intanto, l’altro figlio di Angelo, Vincenzo, continuava la sua avventura a Sala d’Ercole, sede dell’Assemblea regionale siciliana.

Ma nessuno pensi che l’orizzonte dei Figuccia possa essere racchiuso negli stretti confini panormitani. La famiglia, corpo unico e coeso, infatti, sa anche guardare ben oltre quegli argini: “Con l’affermazione di Trump – commentò ad esempio Vincenzo nel day after delle elezioni Usa – ritornano i valori naturali della vita in politica, ai quali con la mia famiglia abbiamo sempre creduto”. Non solo. Nell’agenda anche i grandi temi, come le libertà individuali. “ Forse oggi – diceva un anno fa papà Angelo – essere gay o tutelarne i diritti, sarà anche un modo per “essere trendy”, ma la vita non può seguire la moda”. Così introduceva la “Giornata della famiglia naturale”. E che alla famiglia i Figuccia tengano, è fuori discussione. E del resto, non si può certo accusare Angelo di incoerenza: pochi anni prima, a Livesicilia aveva lanciato l’allarme: “Dio ci castigherà per il registro delle unioni civili”.

A metà strada tra la provocazione e il folklore, fatto sta che la strategia comunicativa dei Figuccias porta a ottimi risultati. Anche perché, al fianco dei temi relativi alla politica internazionale o della laicità dello Stato, c’è da sempre una forte attenzione ai precari siciliani, di ogni colore, e per i quali pochi mesi fa, Figuccia decise di iniziare lo sciopero della fame, con tanto di tenda montata di fronte Palazzo d’Orleans: “Una protesta – spiegava – contro l’inefficacia del governo Crocetta” che mirava “a far emergere i drammi di tanti lavoratori siciliani e dei giovani costretti a lasciare la nostra terra. Sul fronte del lavoro penso ai tanti precari dei comuni, rimasti tali da trent’anni, ai forestali bistrattati, ai lavoratori della formazione e agli sportellisti, ai Pip ai quali non viene riconosciuto uno status”. Eccoli tutti lì.

Ma niente a che vedere, come detto, con la bibliografia da comunicato stampa di Figuccia senior. Le dichiarazioni del “consigliere emerito”, infatti, sono una sorpresa continua, un vulcano di surrealtà. Dalle accuse ai vertici “strasbici” (proprio con quella ‘s’ di troppo) della Polizia municipale, ai dubbi sul bilancio comunale (“Pasta con le sarde”). Passando per le crociate anti-prostituzione: un fenomeno pericolosissimo, secondo Figuccia, soprattutto nella zona della Favorita: “Non è più possibile – il grido d’allarme del consigliere emerito – che chi vive nel centro storico, la sera debba stare barricato in casa per evitare di vedere questo triste spettacolo o, peggio ancora, rischiare di rimanerne coinvolto”. Insomma, non puoi mai sapere cosa può succederti se per caso ti fermi un attimo con l’automobile lungo uno di quei viali. Non manca poi l’impegno animalista, con l’atto d’accusa contro il “canile municipale trasformato in un lager” e contro la scelta di spostare gli “animali come profughi”

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Tanto, a “vincere” è sempre il “brand”. Non a caso, in occasione dell’ufficializzazione della sua candidatura al Consiglio comunale di Palermo, Sabrina Figuccia parlerà di “una grande emozione sul piano personale soprattutto – ha aggiunto – per la storia della mia famiglia che ancora oggi dopo 35 anni racconta un impegno concreto per la nostra città, che abbiamo scelto di testimoniare con un semplice slogan “FIGUCCIA”. Un marchio, una garanzia.


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